Serena Mollicone, l’attesa della giustizia è stata più lunga della sua vita

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”L’attesa di giustizia per l’uccisione di Serena ancora non è terminata. Il tempo trascorso in questa attesa è ormai diventato finanche più lungo della vita di Serena, stroncata nel fiore degli anni. Come ha scritto un filosofo, giustizia ritardata è giustizia negata. Questo è vero. Però, ovviamente, peggio sarebbe se, dopo la lunga attesa, neppure vi fosse la giustizia”. Lo dice all’Adnkronos l’avvocato Dario De Santis, legale della famiglia di Serena Mollicone a 20 dall’omicidio. ”Circa la morte di Guglielmo, può valere, adattandola, la frase di N. Cousins, secondo cui la morte non è la più grande perdita nella vita. La più grande perdita è ciò che muore dentro di noi mentre stiamo vivendo – sottolinea De Santis -.

20 anni fa Serena Mollicone veniva barbaramente assassinata

Per Guglielmo, probabilmente, la perdita tragica di Serena e la sofferenza che tale perdita ha provocato in lui sono state peggiori del suo morire. Tanto più in quanto, finché ha vissuto, non ha avuto giustizia”. Venti anni fa veniva uccisa Serena Mollicone, un omicidio su cui non è ancora stata fatta piena luce. Cosa accadde la mattina del 1 giugno del 2001? Chi incontrò Serena? Chi la uccise e trasportò il corpo nel boschetto dell’Anitrella, a pochi chilometri da Arce, dove la 18enne viveva con il padre? Sarà la verità processuale a dover rispondere a tutti questi quesiti, attraverso le oltre 200 testimonianze previste in aula e l’analisi delle prove che si formeranno in dibattimento.

Indagati tre carabinieri della locale stazione

La prima udienza del processo si è celebrata il 19 marzo, giorno della festa del papà, un data simbolica, interpretata da molti come un omaggio a Guglielmo Mollicone, quel padre che ha passato la vita a lottare per la verità. Ma è morto prima dell’inizio del processo. La prima udienza si è svolta a porte chiuse nel Tribunale di Cassino, davanti alla Corte d’Assise, mentre le altre si sono tenute in un’aula dell’università. Nel processo sono imputati l’ex maresciallo dei carabinieri, all’epoca del delitto comandante della stazione di Arce, Franco Mottola, il figlio Marco, la moglie Annamaria e il maresciallo Vincenzo Quatrale, che sono accusati di concorso in omicidio. Quatrale, inoltre, è accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi mentre l’appuntato Francesco Suprano deve rispondere di favoreggiamento.

La ragazza trovata due giorni dopo la scomparsa

Serena Mollicone scompare la mattina del 1 giugno 2001. Esce presto per andare all’ospedale di Sora e non fa più ritorno a casa. All’ora di pranzo il padre, Guglielmo Mollicone, maestro elementare e titolare di una cartoleria ad Arce, inizia a preoccuparsi e nel pomeriggio ne denuncia la scomparsa ai carabinieri. Cominciano le ricerche e due giorni dopo il corpo della ragazza viene trovato vicino a un mucchio di rifiuti in un boschetto all’Anitrella. Serena ha mani e piedi legati con nastro adesivo e fil di ferro, e un sacchetto di plastica in testa.