Sergio Marchi assolto. Ma i Cinquestelle non chiedono scusa

Sergio Marchi

Pulito, senza alcuna ombra; Sergio Marchi, amico di questo sito anche se da un po’ di tempo non ha più il minimo di tempo per scrivere, non ha alcun conto da regolare con una giustizia troppo lenta.

Ieri la notizia che attendevamo da tempo, per un’amicizia che non muta col passare degli anni; e per la conoscenza diretta della sua onestà profonda.

Per Sergio Marchi il fatto non sussiste

Sergio Marchi è stato assolto dalla Corte d’Appello “perché il fatto non sussiste”, convalidando anche l’eccellente linea difensiva dell’avvocato Francesco Caroleo GrimaldiMarchi era stato denunciato – e ci ero rimasto malissimo perché avveniva in Consiglio regionale, sotto i miei occhi – dai consiglieri Cinque stelle alla Pisana, con una faccia tosta incredibile. L’accusa? Presunte irregolarità nella sua nomina all’Arpa Lazio, l’agenzia regionale che si occupa di monitoraggi e di controlli ambientali. Nel  2014 ne era diventato vice direttore generale, dopo avere partecipato alla relativa  selezione pubblica.

La canea mossa dai grillini si è conclusa solo ieri. In primo grado c’era stata una condanna che aveva lasciato tutti a bocca aperta. Ma siccome c’è un giudice a Berlino è arrivata la Corte d’Appello a ribaltare tutto.  E a restituire dignità, onore, innocenza ad una persona perbene.

E la soddisfazione è ancora più grande nell’aver appreso che l’assoluzione era dovuta”, secondo le parole della pubblica accusa. In secondo grado nessuno spazio al dubbio.

Muti i Cinquestelle della regione Lazio

A Sergio Marchi ovviamente i consiglieri pentastellati della regione Lazio non rivolgeranno scuse per avergli provocato guai giudiziari risolti solo adesso. Ma quel che è più bello resta l’affetto di una comunità che nei suoi confronti non è venuto mai meno. Sergio ha servito le istituzioni del territorio in diversi incarichi, incluso quello di assessore in Campidoglio, e nessuno ha potuto mai dubitare di lui.

A Marchi la solidarietà del capogruppo di Fdi alla Camera, Francesco Lollobrigida: “Desidero esprimere la mia soddisfazione per questa sentenza che mette fine ad una vicenda durata anche troppo tempo. Non avevo mai avuto dubbi sulla sua totale estraneità ai fatti contestati, a differenza di chi si era affrettato a emettere la sua sentenza per scatenare la solita gogna mediatica”. E quella del coordinatore romano della Lega, Alfredo Becchetti: “Ci aspettiamo che i soloni del Movimento 5 Stelle riconoscano che il fatto per cui si sono stracciati le vesti non sussiste e si rallegrino di questa decisione dei giudici riconoscendo a Marchi la sua estraneità. Allo stesso tempo ci aspettiamo che siano gli stessi esponenti pentastellati a chiedere lumi sulle nomine della direzione in Arpa Lazio, il cui iter non è regolare come ben rappresentato in un’interrogazione dal nostro capogruppo regionale Orlando Angelo Tripodi”.

Sì, adesso lo sanno anche i manettari dei Cinque stelle che ancora non sembrano aver imparato la lezione: la politica si fa nelle piazze e nei Palazzi delle istituzioni e non nei tribunali.