Servizio militare, l’annuncio di La Russa: “Si lavora a una legge per la reintroduzione della naja”

Torna la naja per gli italiani? “Sicuramente è un tema che si può affrontare come ipotesi volontaria, alternativa al servizio civile. Quello secondo me è l’approccio giusto”. Lo afferma il premier Giorgia Meloni, presente a Udine per l’Adunata degli alpini, a chi le chiede un commento sul ripristino del servizio militare.

Più articolato il commento del presidente del Senato, Ignazio La Russa. “L’addestramento in tre settimane non ci può essere, ma se lo portiamo a 40 giorni, che è il tempo con cui una volta il Car preparava la base di addestramento dei militari, allora 40 giorni potrebbero essere una legge che consente a chi lo vuole volontariamente di partecipare alla vita delle forze armate”. Così La Russa, rispondendo a una domanda sull’ipotesi di una formazione dei riservisti, sollecitata dall’Ana.

Il ritorno alla naja? Ecco la proposta di La Russa

La Russa ha ricordato un disegno di legge che aveva fatto approvare quando era ministro della Difesa, la cosiddetta mini naja, e ha spiegato che oggi “colleghi” del Senato che ne stanno preparando uno analogo e “lo presenteranno tra poco”. L’obiettivo, secondo La Russa, è “rimpinguare anche le associazioni d’arma, che senza la leva vanno naturalmente invecchiando fino a esaurimento, e nello stesso tempo consentire a tanti giovani che lo desiderano di far parte delle forze armate, esprimere il loro desiderio di onorare la patria con un servizio quanto meno di un certo breve periodo di tempo su base volontaria”.

“Da un punto di vista generale la leva dà il vantaggio di poter incidere sull’educazione giovani che hanno la necessità di essere educati all’etica del dovere e non solo a quella dei diritti. Da un punto di vista pratico la leva consente di avere la riserva, alla quale durante la guerra hanno attinto continuamente gli ucraini e i russi, perchè una volta esaurite le forze dell’esercito in vita, hanno dovuto attingere a coloro che già avevano prestato già servizio militare, sono stati riaddestrati e impiegati. Attualmente le forze armate italiane non hanno riserva, hanno solo le unità in servizio, una volta finite le quali non più riserve umane cui attingere. Da questo punto di vista la leva sarebbe preziosa”. Lo afferma all’Adnkronos il generale Marco Bertolini, già comandante del Coi, in relazione alle dichiarazioni di Giorgia Meloni, presente a Udine per l’Adunata degli alpini.

I dubbi del generale Bertolini: “Le nostre caserme ormai sono ruderi”

“Senza la leva non c’è la riserva e l’esigenza è reale – ribadisce – Tuttavia per ripristinare leva ci servono risorse che abbiamo perso, perchè quando l’abbiamo sospesa nel 2000 tutti i distretti militari, i presidi sanitari che servivano a selezionare i giovani, le procedure con le quali veniva mandata cartolina a precetto, la cartolina rosa per mandarli ai reparti, non ci sono più. Non solo, buona parte delle caserme che avevamo allora oggi sono dei ruderi, abbandonate. Per ripristinare una vera e propria leva ci sarebbe la necessità di una riorganizzazione complessiva che, a mio avviso, sarebbe necessaria ma è molto onerosa. Le parole della Meloni, circa una leva volontaria, rappresentano un po’ una via di mezzo: ampliare il servizio volontario che abbiamo adesso, ma non sarebbe la leva. Si tratta di operare in controtendenza, perché abbiamo ridotto le forze armate a numeri e quantità molto basse, risibili. Aumentare il numero dei militari non è qualcosa che si fa con la bacchetta magica, sarebbe bellissimo ma è molto difficile”.