Settembre nero per i rincari: stangata per scuola e pane

pane stangata

Stangata per scuola e alimentari. Non solo banchi e distanziamento nelle aule. Sul fronte della scuola sta per abbattersi anche la consueta stangata di settembre legata all’acquisto di libri e corredo scolastico. Lo afferma il Codacons, che fornisce come ogni anno i dati ufficiali sul caro-scuola e le spese che dovranno affrontare i genitori in occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico. L’emergenza Covid con i suoi effetti depressivi sui consumi delle famiglie ha comportato un contenimento dei prezzi per i prodotti di fascia medio-bassa.

Scuola, stangata per le fasce alte di beni

“Ma lo stesso non si può dire per le marche di fascia alta, che al contrario hanno subito ritocchi dei listini al rialzo – analizza il Codacons -. L’esborso per il materiale scolastico completo raggiungerà durante l’anno scolastico 2020/2021 quota 530 euro a studente su base annua, cui va aggiunto il costo per libri di testo, altra voce che inciderà pesantemente sui portafogli delle famiglie italiane, variabile a seconda del grado di istruzione e della scuola, con la spesa complessiva a carico delle famiglie che può raggiungere i 1.130 euro a studente”.

Il pane aumentato di circa 15 volte

Preoccupanti aumenti dei prezzi alimentari in tutta Italia. Dal grano al pane il prezzo aumenta di quasi 15 volte per effetto delle speculazioni e delle importazioni selvagge di prodotto dall’estero con pagnotte e panini spacciati come italiani all’insaputa dei consumatori. A denunciarlo è la Coldiretti in riferimento agli ultimi dati diffusi da Eurostat che evidenziano come in Italia i prezzi del pane siano superiori del 14,5% rispetto alla media in Europa dove il prezzo più alto è in Danimarca e il più basso in Romania.

Speculazioni dietro gli aumenti

“Oggi – sottolinea la Coldiretti – un chilo di grano tenero è venduto a meno di 21 centesimi. Mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini a valori variabili attorno ai 3,1 euro al chilo. Con un rincaro quindi di quasi quindici volte, tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito”. Se a Bologna per una pagnotta da un kg si arriva addirittura a 4,72 a Napoli si scende fino a 1,89, con una forte variabilità da una città all’altra. Che per l’associazione “è peraltro una evidente dimostrazione che l’andamento del prezzo del pane dipende solo marginalmente dal costo del grano.

Stangata su tutta l’agricoltura

Con le quotazioni dei prodotti agricoli ormai sempre meno legate all’andamento reale della domanda e dell’offerta. E sempre più ai movimenti finanziari e dalle strategie speculative”. “La situazione del grano italiano stretto tra speculazioni di filiera ed importazioni selvagge è la punta dell’iceberg delle difficoltà che deve affrontare l’agricoltura. Mentre il resto viene diviso tra l’industria di trasformazione e la distribuzione commerciale che assorbe la parte preponderante del valore secondo Ismea”. Coldiretti conclude invocando “rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia”.