Sfogo amaro di Alberto Torregiani dopo il trasferimento di Cesare Battisti

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Alberto Torregiani interviene con un lungo post su Facebook per commentare il trasferimento del terrorista Cesare Battisti al carcere di Ferrara. Scrive Torregiani. “Il mio silenzio forse vi ha sconcertato, forse si è fatto sentire e qualcuno mi ha pure rimproverato per non aver accennato nessun lamento, nessun appunto… Invece l’ho fatto!… Chi mi conosce sa bene che anticipo le mie dichiarazioni con le dovute riflessioni, con accertamenti dei dati e dei fatti. L’ho fatto anche in questa occasione, da oltre due mesi a raccogliere briciole di messaggi, di intese per capire il senso delle sue gesta. Sembrava che vi fosse un barlume di ragione nelle richieste di un ergastolano che avrebbe e dovrebbe avere il diritto solo di stare in dolce silenzio.
La pena di Battisti non è frutto di odio politico
A rammentare le cause che lo hanno portato a un isolamento che non è frutto dell’odio politico o civile richiesto (come qualcuno ancora prova a dire) dalle vittime. Sì, queste in alcuni casi hanno usato parole crude. Ma crude e condite dalla ennesima rabbia di non riuscire, almeno ora, ancora ad avere quella pace nella convivenza del dolore. Perché defraudata dalle solite manovre e parole irrispettose di chi pretende senza resa il suo destino. Chi mi conosce sa che non sono un garantista, sono di più, perché ho sempre messo al primo posto il verbo della giustizia, anteposto sempre ai bisogni personali. E questo mio modo di vivere, mi ha portato un momento a pensare che forse, il diritto fosse stato violato.
Quel cinismo che non ha mai fine
Ora, la fine della puntata di una telenovela nauseante che più nessuno vorrebbe seguire, ha scoperchiato quel cinismo che già conoscevamo dagli occhi beffardi davanti ad una birra, ha impietosito chi ancora crede (o meglio, approfitta per se) delle “ragioni” adottate solo per uno scopo personale. Impietosisce sempre quel povero cristo che per una battaglia di diritto attua lo sciopero della fame per attirare quell’attenzione che aprirebbe almeno il dialogo. Ma le ragioni erano diverse.
Battisti ha ottenuto una residenza più confortevole… e gli altri?
Non erano le condizioni disumane in cui soggiornava a disturbarlo, non erano le latrine senza mattonelle e fatiscenti, non erano le violate richieste di avere una penna per scrivere le sue memorie… Erano i suoi amici islamici, gli stessi cui lui abbraccia la fede, gli stessi, sicuramente più svegli e intelligenti di un deputato sconosciuto che si è preso la briga di dare conforto al compagno rosso e ottenere per Cesare una nuova residenza, più consona, più confortevole.
La giustizia vale solo se sei famoso?
Una residenza vicino al suo passato, vicino ai suoi morti, quasi come un ritorno a casa del figliol prodigo. Ed è questo che fa rabbia. Sapere che per una cazzata del genere vengono concessi doveri a chi doveri non ha diritto, quando gli stessi, per centinaia di altri detenuti, avrebbero più diritti di lui. Allora, dove sta e come viene applicata la Giustizia? Va bene solo se sei C.B. ma non vale per un “nessuno” qualunque?
E’ solo qui che ci si indigna, si smuovono mari e monti? Si trova un buco più conofrtevole? Quello che indigna è l’accanimento nel sostenere sempre che Caino ha ragione dimenticandosi ogni qualvolta che le vittime hanno solo un desiderio. Ossia vivere il loro dolore in pace, nel silenzio delle parti, nella certezza di una giustizia ottenuta che, a quanto pare, ancora non ha compiuto il suo cammino”.