Sgarbi ad alzo zero contro Report, Scanzi e il M5s: “Sono bulli manipolatori”

“Diffamazioni su diffamazioni. Il metodo è sempre quello. Prendi un teorema e ci costruisci sopra una tua “verità”, non la verità. E valorizzi tutte quelle ipotesi che possono rendere credibile “la tua verità”. Non è giornalismo: è manipolazione. Ed è quello che da mesi sistematicamente fanno Report” e “Il Fatto” per suggestionare lettori e telespettatori”. Così il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi replica in una nota “all’ennesimo servizio ‘confezionato’ da Report, trasmissione del servizio pubblico, insieme a Il Fatto Quotidiano, giornale notoriamente collaterale al Movimento 5 Stelle”.

Giornalismo d’inchiesta? No, sono servizietti pubblici

“Mettere la musica di Lupin come sottofondo, per esempio, non è giornalismo, è una canagliata. Andare sotto casa delle persone, chiedergli cosa diranno ai carabinieri, fargli intendere di sapere cose sul loro conto per quali potrebbero essere ricattabili, non è giornalismo: è intimidazione, il mezzo utilizzato da chi confeziona dossieraggi”.

“Altro che giornalismo d’inchiesta. E infatti, ai “servizietti pubblici” di “Report” e “Il Fatto”, seguono, puntualmente, con un tempismo che ne rivela la plateale complicità, i rituali inviti alle dimissioni dei soliti scappati di casa dei 2 Stelle (3 gli sono state tolte dagli elettori…) e il livore degli “scanzetti” di turno, rancorosi odiatori che ammorbano il web. Tra questi spicca il loro guru, il Fonzie della Garbatella, un piccolo bullo del web, con la faccia lisciata dal botulino e da creme emollienti, che passa le sue giornate a chiedere alla platea di odiatori di comprargli uno di quei libri ispirati dall’odio contro i suoi avversari politici. Una cricca di bulli manipolatori!”

Report usa Lupin a corredo del servizio sul quadro di Sgarbi

In queste stesse ore, nell’inchiesta della Procura di Macerata che vede indagato il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi per riciclaggio di beni culturali, i legali del critico d’arte hanno presentato un’istanza di Riesame al Tribunale di Macerata per la revoca del sequestro del quadro “La Cattura di San Pietro” attribuito al pittore del Seicento Rutilio Manetti. Il dipinto è stato sequestrato il 12 gennaio dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale. Sgarbi, che ha consegnato spontaneamente la tela, sostiene che il quadro è suo e che venne rinvenuto in un immobile a Viterbo acquistato dalla fondazione CavalliniSgarbi.