Sgomberate il Campidoglio, non CasaPound (video)

Campidoglio contro CasaPound

Sembra un derby, quello tra Campidoglio e CasaPound, per l’ossessione di Virginia Raggi, che non ha altre priorità a Roma. Per fortuna che tra un anno ce la togliamo dai piedi.

Si può scrivere che è ridicola la sindaca? Oppure è una dimostrazione di gravissime minacce di stampo neoturbolittorio? Vittima permanente, scortata manco fosse un senatore a vita di stampo Napolitano, la Raggi se li sogna anche la notte i cattivoni di via Napoleone III. A Roma ci sono decine e decine di palazzi occupati dall’estrema sinistra. In quei luoghi – è noto – non si nega a nessuno droga di qualunque tipo ma lei si preoccupa solo di un unico stabile.

Campidoglio contro Casapound: un’ossessione

La Raggi ha mobilitato il Campidoglio contro CasaPound. La Procura e la Questura. La Prefettura e pure la Nobel per le castronerie Laura Castelli.

E niente. Ieri sera, in rapida successione, le hanno ricordato i due pesi e le due misure, parlamentari e consiglieri regionali di Fdi e Lega, Mollicone, Chiara Colosimo, Giannini. La Colosimo le ha sibilato che sta facendo anche una cosa inutile, perché la sinistra l’ha già scaricata. E lei, la sindaca, frigna.

La Capitale d’Italia è strapiena di alloggi popolari occupati abusivamente ma per il Campidoglio il problema è sempre quello: CasaPound. Siamo al punto che in televisione la Raggi se ne è uscita con un ardito parallelismo con la criminalità, con i Casamonica, roba da querela vinta senza nemmeno troppo disturbo. Non si rende conto di che cosa le esce dalla bocca.

A Virginia auguriamo solo che tra qualche anno non escano intercettazioni con la Procura su quel palazzo. È successo a Zingaretti con Palamara, chissà che non possa accadere con qualche Trojan capitolino. Certo è che quello che per la prefettura non aveva i requisiti dello sgombero immediato, diventa improvvisamente un bocconcino grazie ad un’azione di sequestro preventivo attribuita proprio alla Procura. Giustizia…

La Raggi ha bisogno di raccattare voti a sinistra

Legnini si deve candidare in Abruzzo, si dicevano tra loro i magistrati. E chissà se da queste parti qualcuno non sia distratto dalla velleità di ricandidatura della Raggi a Roma. Fuochi d’artificio del sindaco per iniziare la sua campagna elettorale e distrarre i romani dai guai della città. In quel palazzo vivono una sessantina di persone tra famiglie con anziani, bambini, disabili. Che volete che gliene freghi al sindaco in fregola elettorale. Deve raccattare voti a sinistra.

Fatto sta che a ieri sera non era arrivata alcuna notifica a CasaPound. E se arriverà ci si penserà nelle sedi opportune, ha detto Simone Di Stefano in una conferenza stampa di raro equilibrio e che riproponiamo nel video sotto l’articolo.

Chissà quali intercettazioni leggeremo tra qualche anno…

L’attacco politico è evidente ed è targato Cinquestelle, il partito che esprime il ministro della giustizia. E lo vediamo come esercita la sua funzione, il guardasigilli… 

Ci sono decine e decine di sedi occupate per le quali nessuna istituzione pronuncia una parola. Sono i centri sociali a cui sono tutti molto affezionati. Però non si è mai visto che quelli di Casapound abbiano messo a soqquadro una città.  Così non funziona cari signori.

Con le occupazioni rosse evidentemente è tutto lecito. Sono ben protetti, hanno persino il Grande Elemosiniere che riattacca la corrente allo stabile rosso che nessuno toccherà mai…

Ma prima o poi arriverà un sindaco vero.

Via Napoleone III 8

Pubblicato da CasaPound Italia su Giovedì 4 giugno 2020