Sgombero a Magliana: “Un’azione disumana”, attacca l’Associazione 21 luglio. Risponde Palma: “Proteggiamo la salute dei minori”

Nella giornata del 25 luglio, un’operazione di sgombero a Magliana collocate all’interno del Parco della Magliana ha portato all’abbattimento di cinque abitazioni occupate da 14 persone, tra cui sei bambini. Le famiglie, costrette ad allontanarsi senza preavviso, hanno visto distrutti i propri beni senza possibilità di salvaguardarli. La notizia ha suscitato un acceso dibattito, con l’Associazione 21 luglio che ha parlato di una violazione dei diritti umani e della dignità delle persone coinvolte.
Nel mirino dell’associazione ci sono le modalità di esecuzione dell’operazione: “Nessuna consultazione con le famiglie, nessun preavviso, e soprattutto nessuna alternativa abitativa. Le persone sono state costrette a lasciare le loro case, senza alcun piano di supporto”, ha dichiarato Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio. Il progetto, finanziato con due milioni di euro dal fondo giubilare, rientra nell’ambito della “Manutenzione e rifunzionalizzazione del sistema di paratoie in zona Magliana-Marconi” e prevede l’abbattimento delle strutture abusive. L’associazione denuncia anche l’assenza di garanzie procedurali, con la situazione che ha esposto le famiglie a un maggiore rischio di vulnerabilità.

La risposta di Marco Palma: “Non stiamo violando diritti umani”
Non si è fatta attendere la replica di Marco Palma, vicepresidente del Consiglio municipale dell’XI Municipio di Roma Capitale. In una dichiarazione rilasciata a seguito delle polemiche, Palma ha sostenuto che l’operazione è stata intrapresa con l’obiettivo di tutelare la sicurezza pubblica e la salute dei residenti della zona. “Non penso che con questo sgombero si violino i diritti umani,” ha detto Palma. “Lo facciamo nel rispetto delle condizioni disumane in cui vivono molte famiglie, in particolare i minori, che spesso sono costretti a crescere in ambienti privi di sicurezza, con risultati scolastici incerti.”
Palma ha poi ricordato che l’area sgomberata è stata teatro, lo scorso giugno, di un incendio che ha messo in pericolo la salute delle persone e degli abitanti del Quadrante Magliana. “Non dimentichiamoci,” ha aggiunto, “che un incendio sviluppato nel sistema delle baracche ha sprigionato diossine, mettendo in pericolo la salute degli stessi occupanti e dei residenti circostanti. Questa è una situazione che non possiamo più ignorare.”
Il passato e la polemica sulla “bonifica”
Il vicepresidente del Consiglio municipale ha anche colto l’occasione per rispondere alle critiche sollevate da Stasolla sull’uso del termine “bonifica” in riferimento all’operazione. Palma ha evocato un episodio storico che risale a 32 anni fa, quando il termine fu oggetto di un dibattito elettorale tra Francesco Rutelli e Gianfranco Fini. “Ancora una volta,” ha concluso Palma, “una dimostrazione di lontananza dalla realtà da certi ambienti politici. Parlare di ‘bonifica’ non è razzista, è semplicemente rendere sicuro un territorio”.
L’accusa dell’Associazione 21 luglio
L’Associazione 21 luglio, che da anni segue la comunità di Magliana, ha denunciato anche il fatto che lo sgombero sia avvenuto senza la valutazione di alternative adeguate e senza preavviso. Secondo l’associazione, le persone coinvolte non sono state adeguatamente protette e si sono trovate di fronte a una situazione che ha messo a rischio la loro dignità e sicurezza.
“Quello che è accaduto è un atto di forza che va contro i principi fondamentali dei diritti umani,” ha affermato Stasolla, denunciando anche il fatto che la Regione Lazio, come soggetto attuatore, non abbia adottato soluzioni abitative alternative prima di procedere con l’abbattimento delle abitazioni. La Parrocchia di San Gregorio Magno alla Magliana e il Nuovo Comitato di Quartiere Magliana hanno dichiarato di essere vicini alle famiglie coinvolte e hanno espresso preoccupazione per la loro condizione.
Cosa accadrà ora?
L’Associazione 21 luglio ha annunciato che avvierà procedure straordinarie per fermare questa azione e sta valutando di rivolgersi anche a corti internazionali per denunciare la situazione. “Chiediamo l’arresto delle ruspe e soluzioni abitative immediate per le famiglie,” ha concluso Stasolla. “Ci sono neonati, persone malate e donne in gravidanza, e ora queste famiglie sono costrette a vivere in condizioni di estrema difficoltà.” L’abbattimento delle case a Magliana rappresenta una questione delicata che divide profondamente l’opinione pubblica. Da una parte, chi vede l’operazione come una necessità per garantire la sicurezza e la salute dei cittadini, dall’altra chi denuncia una mancanza di attenzione verso i diritti fondamentali delle persone più vulnerabili. La vicenda continuerà a fare discutere e a mettere alla prova l’equilibrio tra sicurezza, inclusione sociale e rispetto dei diritti umani.