Sgominato clan calabrese a Roma: confiscate 24 ville, 60 auto e uno yacht

clan calabrese

I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito la confisca del patrimonio, del valore di circa 11 milioni di euro, riconducibile a un clan calabrese.  Una intera famiglia dedita alla commissione di plurimi reati. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale capitolino su richiesta della Procura della Repubblica di Roma. In particolare, riguarda i beni mobili e immobili nella disponibilità di Francesco Mercuri, capofamiglia. Con lui la moglie Carmela Fazzari e i figli della coppia, Giuseppe e Angelo.

Le attività della famiglia Mercuri

L’intera famiglia, a partire dagli anni ’80, ha accumulato numerose condanne per furto, truffa, contrabbando, riciclaggio, ricettazione e altri reati commessi, anche in forma associativa. Tutti reati commessi nella provincia di Roma. Gli accertamenti economico-patrimoniali svolti dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Frascati, coordinate dal locale Gruppo, hanno evidenziato diversi aspetti allarmante. In particolare, la pericolosità sociale dei proposti, la rilevante sproporzione tra i modesti redditi dichiarati al Fisco e i cespiti posseduti.

Il clan calabrese agiva a Roma da anni

I pregiudicati del clan calabrese manifestavano un elevato tenore di vita. Un tenore testimoniato dalla frequentazione di esclusivi club nelle più rinomate località marittime. La famiglia raggiungeva le mete esclusiv a bordo di una lussuosa barca a vela. Le Fiamme gialle hanno ovviamente sequestrato anche la barca. La Gdf ha sequstrato insieme a 24 unità immobiliari (ville, appartamenti e terreni), 60 autovetture, conti correnti, quote societarie e l’intero patrimonio di 9 società, nonché un noto locale della movida romana in zona Tiburtina.

Beni sequestrati per 11 milioni di euro

È stata confiscata anche la somma di 100mila euro in contanti, trovata in possesso di Angelo Mercuri e di cui lo stesso non era stato in grado di giustificare la provenienza. I beni erano stati oggetto di sequestro nel corso del 2019 e a gennaio di quest’anno. Uno dei membri della famiglia è stato colpito anche dalla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con l’obbligo di soggiorno per 2 anni, eseguita dagli agenti del Commissariato della Polizia Vescovio. L’attività di oggi testimonia il costante impegno della Procura della Repubblica, del Tribunale e della Guardia di Finanza di Roma nell’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati.