Siamo in piena emergenza: altri 505 morti. Nel Lazio 24 decessi

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Siamo ancora in piena emergenza coronavirus. Sono 18.040 i contagi da coronavirus in Italia resi noti oggi, secondo il bollettino della Protezione Civile diffuso dal ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 505 morti che portano il totale a 70.900 dall’inizio dell’emergenza legata. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 193.777 tamponi. Sale quindi al 9,3% il rapporto tra positivi e numero di tamponi effettuati. Sono 35 in meno di ieri le persone ricoverate in terapia intensiva, diminuzione che porta il totale dei pazienti nelle rianimazioni a 2.589. I guariti sono 22.718 in più, incremento che porta il totale delle persone che hanno superato il virus dall’inizio dell’emergenza a 1.344.758. Gli attualmente positivi rispetto al giorno precedente sono 5.184 in meno. In totale le persone positive al coronavirus in Italia sono 593.632.

Emergenza anche nel Lazio

“Oggi su oltre 15 mila tamponi nel Lazio (+2.421) si registrano 1.519 casi positivi (+573), 24 decessi (-20) e +1.706 i guariti. Diminuiscono i decessi e i ricoveri, ma aumentano i casi e le terapie intensive”. Lo afferma l’assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato, in relazione al bollettino del 24 dicembre, al termine della videoconferenza della task-force regionale per Covid-19 con i direttori generali di Asl e Aziende ospedaliere, Policlinici universitari e ospedale Pediatrico Bambino Gesù. “Il rapporto tra positivi e tamponi è a 9%. I casi a Roma città tornano a quota 600”.

C’è un incremento dell’indice di positività

“Vediamo una tendenza alla stabilità con una leggera diminuzione dell’incidenza, siamo sopra la soglia critica per le terapie intensive. E purtroppo c’è una tendenza, seppur lieve, all’incremento dell’indice Rt con una regione in una situazione tale da poter richiedere ulteriori misure di prevenzione e controllo”. A descrivere così la situazione di Covid-19 in Italia è il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio regionale della Cabina di regia.

Inversione di tendenza per l’Rt

“Dopo alcune settimane in cui si è assistito a una tendenza alla diminuzione nell’Rt”, l’indice di trasmissibilità, “e nel numero di nuovi casi, adesso abbiamo una sorta di tendenza alla stabilizzazione. Tanto è vero che l’incidenza che la scorsa settimana si calcolava essere a circa 375 nuovi casi per 100mila abitanti questa settimana è su 330 per 100mila, quindi la diminuzione è veramente lieve. Lo vediamo anche dai dati quotidiani, vediamo che ogni giorno sia i numeri dei positivi a Sars-CoV-2 che la percentuale di positivi sui test eseguiti rimane più o meno stabile e da un paio di settimane abbiamo ormai una tendenza a un lieve incremento di nuovo dell’Rt: era a 0,82 due settimane fa, è salito a 0,86 la scorsa settimana e ora è a 0,9”.

Tenere alta l’attenzione in Lazio e in Lombardia

Ci sono poi “un paio di regioni, Lazio e Lombardia che hanno un Rt un po’ instabile e il Veneto che ha un Rt superiore a 1 e un’incidenza che sembra essere di nuovo piuttosto elevata”, ha illustrato Rezza. “Naturalmente tutto ciò fa sì che bisogna continuare a tenere un po’ alta l’attenzione – ammonisce -. E anche le misure restrittive che sono state prese tendono a cercare di non determinare un aumento ulteriore dell’Rt che sta a significare la trasmissione dell’infezione. Dovremmo anche cercare di abbattere un po’ di più l’incidenza. E’ chiaro che il tasso ideale sarebbe sotto 50 per 100mila abitanti e ora siamo sopra 300 per 100mila”.

Quasi emergenza per le terapie intensive

Qualche segnale positivo è la tendenza alla diminuzione delle ospedalizzazioni. Ma purtroppo siamo ancora al di sopra della soglia critica, quindi l’emergenza, per quanto riguarda i posti di terapia intensiva”. Parlando delle terapie intensive Rezza sottolinea: “Sappiamo quanto questo indicatore faccia fatica a scendere e sappiamo quanto sia un indicatore pesante del carico sulle strutture ospedaliere. Bisogna assolutamente fare in modo che si vada al di sotto della soglia critica. Altrimenti ne soffre tutto il sistema, non solo l’assistenza ai malati Covid ma anche quella per le persone che non hanno Covid ma necessitano di terapia intensiva per altri motivi. Le altre patologie non si sono fermate soltanto perché sta circolando Sars-CoV-2”, conclude.