Siamo in piena terza ondata: non sarà colpa della riapertura frettolosa delle scuole?

ondata scuole

Non va bene, siamo in piena terza ondata. Sono 22.409 i contagi da coronavirus in Italia oggi, mercoledì 10 marzo, secondo i dati del bollettino della Protezione Civile pubblicato dal ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 332 morti, un dato che porta a 100.811 il totale dei decessi dall’inizio dell’epidemia di covid 19. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 361.040 tamponi, con un indice di positività al 6,2%. Aumentano ancora i pazienti ricoverati in terapia intensiva che ad oggi sono 2.827 (+71 da ieri).

Terza ondata anche nel Lazio: aumentano casi e ricoveri

Oggi nel Lazio “su quasi 16 mila tamponi (+1.622) e oltre 22mila antigenici per un totale oltre di 38 mila test, si registrano 1.654 casi positivi (+223), 22 i decessi (-6) e +1.333 i guariti. Aumentano i casi, i ricoveri e le terapie intensive, mentre diminuiscono i decessi. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 10%, ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende al 4%. I casi a Roma città sono a quota 700″.

Otto i decessi nelle province

Lo evidenzia l’assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato nel bollettino al termine dell’odierna videoconferenza della task-force regionale per il Covid-19 con i direttori generali delle asl e aziende ospedaliere, policlinici universitari e l’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Nelle province si registrano 545 casi e sono otto i decessi nelle ultime 24 ore.

Sileri: sì, siamo in piena terza ondata

“Sicuramente siamo nel pieno della terza ondata” di Covid-19 “e i contagi continueranno a salire”. Ma “ciò non significa che sia necessario chiudere tutta l’Italia”, dicec il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. “Sicuramente è necessario” invece “rafforzare le restrizioni in alcune aree del Paese dove le varianti circolano di più e dove vi è pressione sui reparti ospedalieri”, precisa il medico grillino, all’indomani delle indicazioni del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza coronavirus che caldeggia chiusure nei fine settimana.

Non penalizzare tutta l’Italia

“E’ evidente che, laddove i contagi corrono (soglia dei 250 casi per 100mila abitanti), la zona rossa devi farla. Ma non vedo perché vada penalizzata una parte dell’Italia dove il contagio è sotto controllo”, sottolinea Sileri facendo “l’esempio della Sardegna”. “La strategia migliore ora – ribadisce – è ampliare la vaccinazione con la prima dose”, e valutare “sicuramente misure più restrittive dove servono, creando delle zone rosse chirurgiche in base all’andamento dei contagi. Abbiamo dei parametri, abbiamo il sistema dei colori che funziona”, sostiene Sileri.