Sileri e il mascherina gate, contro il viceministro anche il capo di sua moglie (video)

Si allarga il presunto scandalo che vedrebbe coinvolti il viceministro della salute Pierpaolo Sileri e sua moglie Giada Nurry. Relativo al ruolo occupato proprio dalla signora Sileri in un’azienda romana che commercializza mascherine facciali per la ventilazione assistita polmonare. Un presidio sanitario certamente utile in passato. Ma diventato indispensabile da quando è scoppiata l’emergenza covid 19. Il possibile caso è stato seguito nel dettaglio dalla trasmissione Le Iene e dall’inviato Filippo Roma. Che già agli inizi del mese di marzo aveva incontrato Sileri davanti alla sede del ministero della Salute al lungotevere. Era notte, e il vice ministro appena sceso dallo scooter con tanto di mascherina era sembrato cadere dalle nuvole. Mia moglie fa la segretaria da 15 anni, non so altro di questa vicenda aveva tagliato corto il politico grillino. Dando però una disponibilità per un futuro incontro. Se necessario anche direttamente con la signora Nurry. Appuntamento che però secondo quanto sostenuto dal giornalista delle Iene sarebbe sempre stato rimandato. Con una scusa o con l’altra.

Materia del contendere un ricco appalto di mascherine per la respirazione aggiudicato definitivamente al Policlinico Umberto I di Roma appena dieci giorni dopo la nomina di Sileri a Viceministro della salute. Guarda caso, ad aver vinto sarebbe proprio l’azienda nella quale lavora la moglie del politico. Per correttezza va detto che la prima aggiudicazione non definitiva sarebbe precedente di cinque mesi. Quando comunque Sileri non era un cittadino qualunque. Ma il presidente della commissione Sanità della Camera dei Deputati.

https://m.ilgiornale.it/news/politica/iene-datore-lavoro-moglie-sileri-smentisce-sempre-stata-1864375.html

Pierpaolo Sileri, mia moglie al lavoro è solo una segretaria. Ma il capo della signora Giada Nurry lo smentisce 

Aldo Segante è da trentacinque anni titolare della sua ditta. E non ci tiene ad avere problemi, o una pubblicità negativa. La signora Giada Nurry lavora da molto tempo con me, dichiara l’imprenditore all’inviato delle Iene. Forniamo presidi sanitari, certo anche le mascherine per la ventilazione polmonare. Guardi, le cose sono andate sempre bene nella mia azienda. Ma da quando la signora Nurry ha sposato il dottor Sileri le cose sono cambiate. Lui era un semplice medico al Policlinico di Tor Vergata, prosegue Segante. Ma già questo poteva configurare un conflitto. Figuriamoci adesso che suo marito è diventato viceministro della Salute. Ho già avuto qui la Finanza, e controlli su come applico i protocolli sulla sicurezza sul lavoro. Certo che ho paura, con questa vicenda che riguarda il governo non sono per niente tranquillo. E all’inviato delle Iene Filippo Roma l’imprenditore toglie ogni dubbio. La signora Nurry si è sempre occupata delle vendite.  E come è ovvio quando le cose andavano bene, aveva dei premi di risultato. Come avviene per ogni buon addetto commerciale.

Alle Iene le farmacie interne del Policlinico Umberto I e del Gemelli confermano. La signora Nurry incontrava i medici ed è una venditrice

Dopo aver acquisito la testimonianza del datore di lavoro della moglie di Sileri le Iene e Filippo Roma non si sono fermati. Forse perché nel frattempo il politico ha dato mandato ai suoi avvocati di adire le vie legali. Per dimostrare che sua moglie non ha un ruolo tale in azienda da poter condizionare vendite, appalti  e commesse. E che di fatto il giornalista aveva preso una cantonata. Ma purtroppo per Sileri tutti gli intervistati sono concordi. Farmacisti interni agli ospedali romani. Altri informatori e rappresentanti di prodotti sanitari concorrenti. Un coro unanime. La signora Nurry rappresentava i prodotti per poi venderli. E incontrava medici e personale amministrativo dei nosocomi.

A chi come noi non è giustizialista fa piacere pensare che effettivamente il viceministro Pierpaolo Sileri non fosse neppure a conoscenza dell’esatto lavoro che svolge sua moglie in azienda. Che i due di tutta questa vicenda delle mascherine non abbiano mai parlato. Ma certamente il ruolo pubblico ricoperto dall’esponente grillino avrebbe suggerito una maggiore prudenza. Specie per un movimento che fino a qualche anno fa faceva della trasparenza il suo cavallo di battaglia. E che ora si rifugia nel silenzio e nelle denunce per lesa maestà. Ma si sa, il tempo è galantuomo. E il popolo alla fine saprà giudicare. Se qualcun altro non ci penserà prima.