Calenda, il cavalier servente di Gualtieri contro Michetti

Finalmente si è capito chi non disdegna più la corsa romana di Carlo Calenda, trasformatosi ormai nel cavalier servente di Roberto Gualtieri per attaccare Enrico Michetti, candidato del centrodestra al Campidoglio. Al Pd, tutto sommato conviene che ci sia chi fa il lavoro sporco contro il nemico.
Non passa giorno, ormai, che Calenda non attacchi Michetti, e lo irrida con una certa dose di volgarità. Evidentemente sconfortato dai sondaggi, Calenda ha bisogno di recuperare credibilità in casa Pd. Sapendo che al ballottaggio saranno Gualtieri e Michetti a contendersi la carica di sindaco della Capitale, ecco chi si candida a fare l’avanguardista per conto della sinistra.

La corrida di Calenda contro Michetti
Come non accadeva da tempo, Calenda ha cominciato la sua personale corrida contro il candidato del centrodestra con un video sfottò, il che può anche starci.
Ma è la violenza delle argomentazioni e persino la noiosa quotidianità degli attacchi che suscita perplessità. Quasi che essere appassionato di storia romana sia un crimine e non una dote di cui Michetti giustamente si fregia. Nella città che ebbe come sindaco uno storico dell’arte, (lo candidò il Pci e si chiamava Argan) sembra vietato essere orgogliosi delle proprie pagine più belle e conosciute.
Dicono quelli del clan Calenda: “Carlo lo fa perché vuole prendere voti da destra senza dirlo ad alta voce”. Già, perché sennò il Pd lo brutalizza. E in questa campagna elettorale votata all’insulto, ci mancava pure il candidato anti Pd, Calenda, che attacca il candidato che può battere il Pd, Michetti.
Ma l’elettorato crede nei leader della coalizione
È un clamoroso errore di prospettiva quello del leader di Azione. Perché i suoi attacchi scomposti non faranno altro che compattare l’elettorato di centrodestra, che ha fiducia nelle scelte compiute dai leader della coalizione in cui si riconosce.
Passato agosto, da settembre saranno in campo i partiti e spariranno gli outsider. Calenda si diverta pure sotto il solleone, che poi l’autunno verrà anche per lui.