Perdere a Roma con Michetti. Chi lo ha deciso?

Perdere Roma

Ha ragione uno dei miei più cari amici: se vogliono perdere a Roma con questo Michetti, basta, non ne parliamo più. Ignoriamoli. Il che è peggio di decidere di sostenere o votare un altro candidato: è la manifestazione dell’incredulità crescente rispetto ad una classe dirigente che si fustiga da sola, incapace di trovare un straccio di competitore all’altezza della sfida.

Primo e secondo partito d’Italia, Lega e Fdi, più i consensi che sono decisivi e vanno pure rispettati di Fi, non vanno oltre l’avvocato Michetti e sono disposti, bontà loro, solo a valutare – per grazia di Dio – la disponibilità di Simonetta Matone, che almeno conosciamo e apprezziamo.

Se si vuole perdere a Roma…

Ma se tutti hanno in Parlamento deputati e senatori che non meritano la candidatura alla poltrona del Campidoglio, ci chiediamo come abbiano fatto le liste nel 2018, chi abbiano raccattato in giro.

Sì, ha ragione il mio amico: se vogliono perdere a Roma con Michetti, non ne parliamo più. Si sono fissati, incapaci di vedere oltre. Pure uno solitamente serio come Guido Crosetto va in tv a dire che c’è una specie di complotto per non far crescere la Meloni.

Se lo tengano, ‘sto Michetti, e mettano in fila ai seggi un milione di persone pronte a votarlo. Se mi convincono ci vado pure io. Forse la mia famiglia. Ma scordatevi i sacrifici fatti in decine di campagna elettorale per sostenere con entusiasmo i vari candidati.

Il rischio del voto disgiunto

Se conosco un po’ questa città e la politica, prevedo una valanga di voti disgiunti in direzione di Carlo Calenda (non il mio, perché so che un giorno litiga col Pd e poi ci fa pace). Ma lo stanno decidendo i partiti col rituale dei vertici tra di loro, senza poggiare l’orecchio a terra per capire che cosa dice il popolo.

Ma se quella è la scelta, sicuramente sapranno spiegare ai romani il chi è di questo campione del mondo reclutato in maniera abbastanza stravagante. Speriamo che non lo spieghi anche chi lo conosce molto meglio di noi. Peccato per l’occasione perduta. Perché perdere per forza a Roma nessuno lo capisce.