E chi fermerà la sinistra nel Centenario della Marcia su Roma…

Centenario marcia

Prepariamoci alla richiesta di dimissioni del prossimo Capodanno: è 2022, Centenario della Marcia su Roma.

Chissà che cosa si inventeranno i tristi compagni di questo Paese per intossicare il clima politico in dodici mesi in cui non si potrà parlare di opere e realizzazioni, non sia mai.

Quel Centenario della Marcia su Roma

Dovremo dire che l’Italia, cent’anni prima, è stata solo brutta, sporca e cattiva.

In tempestiva coincidenza, le prove generali hanno coinciso col caso Durigon. Lamorgese, Speranza e compagnia lo hanno capito: dire una sciocchezza è più grave che farla.

Abbozzare – come sembra fare il Centrodestra – è suicida. Perché non si fermeranno mai.

Non è casuale ovviamente la citazione del Centenario della Marcia su Roma. Volenti o nolenti, si aprì una stagione dell’Italia e neanche il più ottuso storico può negare la modernizzazione del Paese negli anni Venti.

Tanto è vero che ci si concentra sulle legge razziali e l’entrata in guerra per maledire gli errori del Fascismo – che certo quelli furono – e non parlare dei progressi sociali dell’Italia.

Ma non è oggi il momento per fare apologia o beccarsi un’accusa inconsistente (perché solo in Italia si pretende di cancellare vent’anni di Storia).

Ogni parola del Centrodestra sarà vivisezionata

Quel che ci interessa è tentare di far capire ai leader del centrodestra che ogni cosa che diranno sarà vivisezionata. E la cosa più sbagliata sarebbe smettere di pensare ed esprimere le proprie opinioni.

Mica c’è bisogno di scomodare il Fascismo.

Basta discutere una scelta di Mario Draghi. O inarcare il sopracciglio di fronte ad un’uscita di Sergio Mattarella.

Luciana Lamorgese è inavvicinabile, e Roberto Speranza insuperabile nelle sue teorie.

Sono riusciti a far dimettere per antifascismo il sottosegretario che nega di essere fascista.

Resta al suo posto di “leader” di cartone un ex premier che vuole trattare con i talebani.

Per favore, reagite al disegno egemonico della sinistra sulla cultura nazionale. È inimmaginabile dover piegare la testa persino quando si è maggioranza reale dell’Italia. Sennò faranno “dimettere” pure il Capodanno prossimo venturo…