Sirio, il piccolo bimbo tetraplegico rimasto un giorno senza cure per l’attacco hacker alla Regione

Non solo fuga di dati sensibili e febbrili ricerche della Polizia postale. Per capire come l’attacco hacker al ced della Regione Lazio sia potuto accadere. Chi materialmente l’abbia compiuto, e da dove. E per recuperare tramite cloud tutte le informazioni perdute il prima possibile. Ma anche disagi per tutti, specie per la popolazione più fragile. Tutti i cittadini cioè, bisognosi di cure e assistenza. Tra di loro, a soffrire per il sistema sanitario in tilt c’è anche Sirio. Un bambino coraggioso, al quale era stata diagnosticata la morte in culla. Ma lui e la sua mamma non hanno mollato, è quella vita che sembrava segnata è comunque sbocciata. Sirio però si nutre con un sondino, e ha bisogno di cure e assistenza quotidiane. Che con i supporti informatici in tilt, almeno per un giorno sono mancati. “Grazie ai grandissimi geni che hanno fatto l’attacco hacker alla regione Lazio oggi mio padre è andato a prendere tutta la fornitura di alimenti, sonde e siringhe e non si è riusciti a concludere nulla. Una giornata buttata: persone con disabilità e caregivers ringraziano!”, ha scritto la madre Valentina Perniciaro su Twitter. Valentina è presidente della Fondazione Tetrabondi, organizzazione no profit “che prova a conquistare la libertà per Sirio e i bimbi come lui”.

Il racconto della mamma di Sirio

La madre, che ogni giorno racconta sui social network la quotidianità del bimbo, ha spiegato cosa è accaduto: “Ieri mio marito Paolo è andato alla Asl per prendere le forniture per Sirio, che si alimenta solo con una sonda; ha aspettato inutilmente come tutti gli altri. I terminali erano bloccati per l’attacco e non ci hanno consegnato nulla. Mio marito dovrà tornare”. “Fare un po’ di fila è l’ultimo dei nostri problemi – precisa la mamma – se confrontato con il fatto che in Italia i disabili non possono decidere nemmeno come nutrirsi. Da quando ho deciso di integrare la dieta di mio figlio con cibi freschi, come frullati o omogenizzati, ci hanno comunicato che taglieranno del 50% gli alimenti”.

Intanto, sono i pm dell’antiterrorismo e del pool reati informatici della procura di Roma ad indagare sull’attacco hacker che ha colpito il Ced-Centro elaborazione dati regionale del Lazio qualche minuto dopo la mezzanotte di domenica 1 agosto. Una prima informativa della polizia postale, che ha avviato indagini serrate d’intesa con i magistrati di piazzale Clodio, è arrivata ieri pomeriggio sul tavolo del procuratore capo Michele Prestipino che coordina l’inchiesta insieme al procuratore aggiunto Angelantonio Racanelli. Nel fascicolo contro ignoti, formalmente aperto martedì mattina, si procede per diversi reati tra cui l’accesso abusivo a sistema informatico e la tentata estorsione.

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