Sit in degli ambulanti davanti a Montecitorio: “Fermi da un anno, siamo alla fame”

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”Saremo in piazza davanti Montecitorio dalle 9.30 per sollecitare le istituzioni e il mondo della politica a dare risposte al nostro comparto falcidiato dal Covid e che non ha avuto né ristori né sostegni adeguati. In un anno abbiamo avuto seimila chiusure ma temiamo che siano molte di più visto che il dato si riferisce a giugno”. Lo ha annunciato il segretario dell’Associazione nazionale ambulanti Ugl Marrigo Rosati in vista del sit in di domani davanti Montecitorio.

”Gli operatori delle fiere, delle feste religiose e delle sagre sicuramente sono stati quelli hanno maggiormente sofferto, visto che sono fermi da oltre un anno. Ma anche quelli dei mercati sono in crisi visto che dopo il lockdown molti sindaci hanno continuato a chiuderli”.

”Abbiamo messo a punto dodici proposte che oggi il segretario dell’Ugl consegnerà al premier incaricato durante le consultazioni con le parti sociali. Auspichiamo che con Draghi ci sia quell’attenzione che non abbiamo registrato con Conte che in tutti i suoi discorsi non ha mai citato gli ambulanti e i mercati come se questo comparto non esistesse”.

Con gli ambulanti anche le partite Iva

“Domani saremo in piazza Montecitorio al fianco degli ambulanti per portare la solidarietà delle partite iva a tutti i lavoratori autonomi messi in ginocchio dall’incapacità dello Stato di mettere in campo iniziative di aiuti concreti per la crisi economica”. Così in una nota l’associazione Partite Iva Insieme per Cambiare, un movimento spontaneo nato un anno fa su facebook che oggi raccoglie sui social oltre 450mila iscritti tra gruppo nazionale e regionali.

L’associazione Partite Iva Insieme per Cambiare ha lanciato da mesi una serie di proposte fra le quali la riduzione del carico fiscale al 30-35%, la presunzione di innocenza in campo fiscale secondo il principio “nessuno è evasore fino a prova contraria accertata da sentenza definitiva”, il no al pagamento anticipato delle imposte come gli acconti d’imposta, la sanatoria dei debiti tributari pendenti in base all’effettiva capacità contributiva di ognuno e dilazioni lunghe (10-15 anni), il no a limiti al contante, l’introduzione di ammortizzatori sociali a protezione del reddito anche ai lavoratori autonomi e, infine, la semplificazione della burocrazia.