Smart working e welfare: quali benefit sono più apprezzati oggi

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L’evoluzione del lavoro, segnata da una diffusione capillare dello smart working, ha spinto le imprese a rivedere radicalmente il concetto di welfare aziendale. Il benessere del dipendente non è più considerato un vantaggio accessorio, ma un investimento strategico, integrato nelle politiche di gestione del capitale umano. In questo scenario, i benefit assumono un ruolo centrale nel garantire non solo la soddisfazione dei lavoratori, ma anche la competitività delle organizzazioni.

Oltre il welfare tradizionale: nuove esigenze, nuove risposte

Fino a pochi anni fa, l’offerta di welfare aziendale era spesso limitata a servizi standardizzati: buoni pasto cartacei, convenzioni per attività ricreative, assistenza sanitaria integrativa. Tuttavia, la transizione verso il lavoro da remoto ha evidenziato la necessità di soluzioni più flessibili, capaci di rispondere a esigenze individuali e mutevoli. La centralità della casa come nuovo spazio lavorativo ha spostato l’attenzione su benefit che migliorano le condizioni di lavoro domestico e la qualità della vita quotidiana.

In particolare, i lavoratori chiedono oggi una maggiore autonomia nella gestione del tempo, strumenti di supporto psicologico, accesso a percorsi di aggiornamento professionale e servizi dedicati alla conciliazione tra vita privata e lavoro.

I benefit più apprezzati nel 2025

Nel contesto attuale, alcuni benefit emergono come prioritari. Tra questi:

  • Flessibilità oraria: la possibilità di organizzare le proprie giornate lavorative secondo ritmi individuali è diventata un requisito fondamentale per molti professionisti.
  • Buoni pasto digitali: preferiti per la loro praticità e spendibilità anche in modalità online, sono oggi considerati uno standard nel lavoro da remoto.
  • Rimborso spese per attrezzature e connessioni: molti dipendenti valutano positivamente il sostegno economico offerto dalle aziende per dotarsi di strumenti adeguati allo smart working.
  • Supporto alla salute mentale: programmi di counseling, sportelli psicologici e app dedicate al benessere emotivo si stanno diffondendo in modo crescente.
  • Formazione professionale: l’accesso gratuito a corsi, certificazioni e piattaforme e-learning è visto come un segno concreto di investimento nella crescita personale.
  • Sostegno alla famiglia: contributi per la cura dei figli, servizi di baby-sitting e rimborsi per l’istruzione sono sempre più apprezzati, specie in nuclei familiari con esigenze complesse.

Politiche HR e personalizzazione del welfare

La risposta delle direzioni HR si sta orientando verso una maggiore flessibilità e differenziazione dell’offerta. I modelli più efficaci si basano su piattaforme digitali di welfare flessibile, che consentono ai lavoratori di scegliere, all’interno di un paniere, i benefit più adatti alla propria situazione personale. Questo approccio personalizzato migliora la percezione di equità interna e aumenta l’efficacia delle misure adottate.

Un altro aspetto fondamentale è la comunicazione interna: i dipendenti devono essere messi nelle condizioni di conoscere, comprendere e utilizzare i servizi a disposizione, evitando così che iniziative potenzialmente utili restino inutilizzate per scarsa informazione o eccessiva complessità procedurale.

Vantaggi fiscali e quadro normativo nel 2025

Accanto agli obiettivi di benessere, non va trascurato il ruolo determinante delle misure fiscali di favore che il legislatore ha previsto per incentivare l’adozione di piani di welfare. Il quadro normativo aggiornato prevede, anche nel 2025, soglie di esenzione fiscale più ampie per l’erogazione di beni e servizi non monetari.

Rientrano tra questi contributi le agevolazioni legate a spese domestiche, buoni carburante, supporti scolastici per i figli e coperture assicurative. È importante che le imprese, nella definizione dei pacchetti di welfare, sappiano sfruttare appieno le opportunità legate ai fringe benefit previsti per il 2025, in modo da garantire al dipendente un vantaggio netto superiore rispetto alla retribuzione diretta, senza appesantire il carico fiscale aziendale.