SMS urgente ai pazienti Asl della Regione Lazio per rubare soldi e dati. Ecco come difendersi
La Regione Lazio lancia un avviso chiaro ai cittadini: attenzione agli SMS che arrivano sul cellulare spacciandosi per comunicazioni urgenti della Asl. In questi messaggi si invita il destinatario a contattare “con urgenza” gli uffici dell’Azienda sanitaria locale per presunte comunicazioni che lo riguardano, indicando il numero 89349475. Dietro l’apparenza di una richiesta sanitaria importante si nasconde, in realtà, un tentativo di truffa studiato per colpire proprio chi, di fronte alla parola “salute”, abbassa le difese. La Regione ha già annunciato di voler presentare denuncia e invita tutti a prestare la massima attenzione per evitare di finire in una trappola costosa, sia in termini di soldi che di dati personali.
Il numero da non chiamare mai (e perché è pericoloso)
Il cuore della truffa è il numero riportato negli SMS: 89349475. Si tratta di un recapito a sovrapprezzo, che può generare costi elevatissimi in bolletta o sul credito telefonico.
La Regione Lazio è netta: non bisogna in nessun caso richiamare i numeri indicati in questi messaggi. La dinamica è nota: il cittadino, temendo di perdere una comunicazione sanitaria importante, chiama immediatamente e, nel frattempo, paga senza accorgersene.
Oltre al danno economico, c’è il rischio che, durante la conversazione, vengano richiesti dati personali o sanitari, che possono essere utilizzati per ulteriori raggiri o furti di identità.
Dati personali: cosa non devi mai comunicare
Nel suo avviso la Regione invita esplicitamente i cittadini a non fornire dati personali o sensibili a chi contatta tramite questi canali sospetti. Questo significa: niente codice fiscale, numero di documento, tessera sanitaria, dati bancari o informazioni cliniche.
Nessuna Asl seria chiede per SMS di comunicare informazioni riservate a numeri a pagamento o a contatti non verificabili. Se dall’altra parte insistono per farsi dare dati “per aggiornare il fascicolo” o “per confermare una prenotazione”, è un segnale chiarissimo: c’è qualcosa che non va. In questi casi, meglio interrompere subito la chiamata e segnalare l’accaduto alle autorità.
Come riconoscere i veri messaggi delle Asl
La Regione ricorda che le comunicazioni ufficiali delle Asl del Servizio sanitario regionale arrivano solo da numeri fissi con prefisso regionale oppure tramite messaggi che riportano chiaramente tutti i riferimenti istituzionali.
Questi dati possono essere verificati sul portale ufficiale www.salutelazio.it, dove sono presenti contatti e recapiti autentici.
Se il messaggio arriva da numeri strani, magari brevi o con prefissi insoliti, oppure non cita in modo chiaro la Asl di riferimento e i canali ufficiali, è bene considerarlo sospetto. In caso di dubbio, è sempre meglio chiamare direttamente i numeri presenti sul sito istituzionale piuttosto che fidarsi di ciò che appare sullo schermo.
Non solo SMS: le altre truffe che usano la sanità
Non è la prima volta che i truffatori usano il nome della sanità per colpire i cittadini. In passato, la Regione ha dovuto fare i conti con finti messaggi che invitavano a chiamare il Cup e a fornire dati personali, approfittando della confusione sulle prenotazioni.
Ancora prima, c’è stato il caso dei finti buoni spesa: chi riceveva il messaggio veniva invitato a cliccare su un link per ottenere un voucher per alimenti, che in realtà serviva a carpire dati o installare malware.
Lo schema è sempre lo stesso: sfruttare bisogni reali – salute, risparmio, agevolazioni – per convincere le persone a compiere azioni impulsive e pericolose.
Cosa fare se hai ricevuto o già richiamato l’SMS
Se hai ricevuto uno di questi SMS, la prima regola è semplice: non richiamare e non rispondere. Puoi fare uno screenshot e segnalarlo alle forze dell’ordine o alla tua Asl, indicando il numero mittente.
Se invece hai già chiamato il numero o fornito dati, non vergognarti: capita a molti. Controlla subito il dettaglio dei costi telefonici e, se necessario, contatta il tuo operatore. In caso di dati sensibili comunicati, valuta una denuncia e segnala l’accaduto alla Polizia Postale.
La prevenzione, in questi casi, passa dalla consapevolezza: condividere queste informazioni con familiari, amici e soprattutto anziani può evitare a qualcuno di cadere nella stessa trappola.