Solita supponenza di Lilli Gruber contro Mario Giordano

Gruber Giordano
Scritto da Francesco Storace

Quanta supponenza, sgradevole supponenza, nella polemica infantile di Lilli Gruber contro Mario Giordano. Sfotterlo per la sua voce non rende onore alla conduttrice di Otto e mezzo: perché la rende uguale a chi la sfotte sui social per le labbra da canotto.

Crediamo che nessuno si possa permettere di ironizzare sulla fisicità delle persone. E soprattutto personaggi pubblici come sono gli anchorman televisivi. E non osiamo immaginare se Mario Giordano fosse stato di sinistra e la Gruber di destra: si sarebbe un putiferio, con l’insurrezione del giornalismo progressista che non manca mai quando c’è da strillare contro il nemico.

Gruber: “Io e Giordano non siamo colleghi”

Eppure la Gruber non si è scusata e da quello che si è appreso, non si considera “collega di Giordano”. E perché, signora? Per le sue inchieste su quello che non va in questo nostro Paese.

Avrebbe invece fatto bene a invitarlo proprio a Otto e mezzo per farsi raccontare, ad esempio, la vergogna delle case rubate su cui il conduttore di Fuori dal Coro insiste con ammirevole tenacia. Si tratta di rendere giustizia a tante famiglie, spesso derubata della loro abitazione di proprietà dai Rom, come abbiamo visto negli ultimi casi. È questa denuncia che infastidisce la compagna Lilli?

È un peccato che a sinistra non si siano praticamente accorti delle offese della Gruber. Anzi, c’è chi si è schierato dalla sua parte addirittura tra gli azzurri di Forza Italia. Direte, ma è il solito Elio Vito. Certo, ma ogni tanto dovrebbe esserci un limite: se la Meloni solidarizza con Giordano arriva Vito – pensando di potersi permettere di fare lo spiritoso – a scrivere che vuole “vedere il girato”, tanto per far male anche alla presidente di Fdi che così reagì dopo le bufale lanciate da Fanpage.

Ancora egemonia culturale della sinistra

L’Italia è ancora un paese sotto l’egemonia culturale di una sinistra sempre più faziosa. E per fortuna che ci sono ancora giornalisti coraggiosi come Mario Giordano.