La sovranità appartiene al popolo. Ma ci si ferma a metà

Sovranità popolo

Per carità, è un pezzo di sovranità che va in direzione del popolo. La riforma costituzionale proposta dal centrodestra è un passo avanti. Ma di fronte al cambiamento comunque positivo, va comunque espressa la riflessione di chi manifesta perplessità.

Perché è una riforma che ha un limite. Si ferma a metà. Perché nel programma elettorale del centrodestra – la coalizione che le elezioni le ha vinte – la promessa costituzionale era l’elezione diretta del presidente della Repubblica ma ci si ferma un gradino sotto.

La sovranità appartiene al popolo

Meglio che niente, si dirà, ma quel che non mi convince è la motivazione sottostante, quella che non si dice ufficialmente, ma che in molti veicolano dietro le quinte.

Il problema sarebbe stato l’ostacolo posto del presidente della Repubblica in carica. Ma sono decenni che si dice la stessa cosa proprio per frenare il presidenzialismo: e nessuno avrebbe sfrattato Mattarella dal Colle prima della fine del suo mandato. Perché c’è quella cultura istituzionale che giustamente non tollera sgarbi al Quirinale.

Al termine del suo secondo settennato, Mattarella sarebbe traslocato in Senato come membro di diritto dell’Aula di Palazzo Madama. (A proposito, applausi sinceri alla decisione di abolire i senatori a vita per nomina, salvaguardando i soli ex capi di Stato).

Eppure, il presidenzialismo…

È sbagliato dare un’idea di rinuncia ad una grande conquista popolare. Il presidenzialismo è stato l’obiettivo di sempre della destra italiana: il “premierato” così come è costruito avrebbe potuto arrivare dopo una mediazione parlamentare e non come proposta iniziale del governo.

Dice: ma potrebbe esserci il referendum costituzionale senza il quorum previsto per l’approvazione della riforma. E allora: paura di non ottenere il consenso popolare?

Al popolo la sovranità deve essere concessa. La riforma che parte adesso ne restituisce un pezzo perché da’ comunque lo scettro agli elettori, ma è altra cosa rispetto a ciò per cui ci siamo sempre battuti nella vostra vita.

Perché così facendo l’orizzonte presidenzialista non lo vedremo più.