Sparatoria a Roma, 3 indagati per la morte di Caterina Ciurleo: all’origine una partita di droga non pagata

Sparatoria a Roma

Un proiettile vagante che le trapassa la schiena e il polmone, la corsa disperata in ospedale, poi poche ore dopo i medici che si arrendono. E’ morta così, per errore, Caterina Ciurleo, la donna di 81 anni che il 23 maggio scorso è stata coinvolta in una sparatoria a Villaggio Prenestino a Roma, in via Don Primo Mazzolari. L’81enne stava viaggiando a bordo di una Smart con una sua amica quando, improvvisamente, un’auto si è affiancata e due individui hanno aperto il fuoco. Poi la fuga a tutta velocità verso Ponte di Nona.

Ora, a distanza di giorni, la Polizia sta continuando a scandagliare per risalire agli autori. E, come vi avevamo già anticipato in un nostro articolo, il numero degli indagati sale a tre. Oltre a Dante Spinelli, il 28enne di origine sinti arrestato venerdì e rilasciato sabato dopo un lungo interrogatorio, ci sarebbero altri due uomini. E tutti sono accusati di aver fatto parte del commando di fuoco.

Spari al Villaggio Prenestino: è caccia alla 500 rossa

La sparatoria a Villaggio Prenestino

La polizia sta proseguendo le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, “finalizzate alla esatta ricostruzione dell’evento e all’identificazione di tutti i responsabili”. Che vanno ricercati tra i componenti delle due bande che, quella sera, si stavano fronteggiando in strada.

Stando a una primissima ricostruzione, pare che i killer volessero colpire un uomo alla guida di una Golf. Prima l’attesa nei pressi del centro commerciale, poi l’agguato finito male. Sembrerebbe, infatti, che la Golf, ‘bersaglio di quella sparatoria’, sia riuscita a fuggire e a superare la Smart, proprio quella vettura sulla quale viaggiava la vittima Caterina Ciurleo. La Fiat 500 rossa si è affiancata alla sua auto e qualcuno ha aperto il fuoco. Cinque i colpi di pistola esplosi in tutto, o quantomeno questi sono quelli che gli agenti della polizia scientifica hanno ritrovato: 5 bossoli calibro 380 auto. Erano ad alcune decine di metri di distanza dal punto in cui è stata colpita la donna, davanti al centro commerciale.

Tre indagati

Le ragioni del conflitto a fuoco andrebbero ricercate in un probabile regolamento di conti, forse legato al dominio delle piazze di spaccio. Gli agenti della Squadra Mobile, infatti, starebbero lavorando sulla ‘pista’ che vede al centro una faida contro gli albanesi. E una ‘guerra’ per una partita di droga non pagata, un debito.

Al momento per la sparatoria ci sono tre indagati. E c’è la morte di una donna innocente, “colpevole” solo di essere uscita per andare a trovare un’amica. Lei che, purtroppo, si è trovata nel posto sbagliato. E al momento sbagliato.