Sposarsi è un diritto. Gli addetti ai matrimoni in piazza in tutta Italia: a Roma a Montecitorio (video)

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Oggi gli operatori del settore matrimoni ed eventi privati scendono contemporaneamente in 13 piazze o vie d’Italia per chiedere l’approvazione del protocollo per le riaperture già consegnato alla Conferenza delle Regioni. Poi la conseguente ripartenza immediata e in sicurezza per le cerimonie e le feste, l’ampliamento del fondo a sostegno delle imprese del settore istituito dal decreto Sostegni. E infine un’accelerazione nella liquidazione dei ristori. Come per ogni evento è previsto un codice d’abbigliamento: non il bianco tipico delle cerimonie, ma il total black. Ad organizzare i flashmob nei capoluoghi di Regione Unanime – la confederazione delle associazioni di categoria del settore Matrimoni ed Eventi –. In collaborazione con Filiera Eventi Unita, mentre per la piazza di Roma, l’organizzazione è di “Insieme per il Wedding”.

Meloni: siamo al fianco degli operatori dei matrimoni

Sono stati invitati i presidenti delle Giunte regionali e rappresentanti delle istituzioni. Ai presidenti delle Regioni sarà consegnato un fascicolo contenente lo stato dell’arte del settore, il protocollo sanitario e le richieste. Fratelli d’Italia è al loro fianco. “Ancora una volta interi settori, come quello dell’organizzazione matrimoni, vengono lasciati in ginocchio e senza risposte. Chiediamo al governo che questo comparto, che rappresenta in Italia migliaia di posti di lavoro, riceva immediatamente una data precisa per poter ricominciare a lavorare in sicurezza con appositi protocolli. Questo trattamento nei confronti di chi ha già subito enormi perdite, anche a causa di misure illogiche e contraddittorie, è inaccettabile.  FdIe ha già presentato in Parlamento un odg urgente per chiedere risposte concrete al governo”. Lo scrive Giorgia Meloni.

Il Codacons annuncia un ricorso collettivo

Intanto è stato deciso un ricorso collettivo al Tar del Lazio in favore dei ristoratori italiani e delle imprese del settore del wedding, categorie ingiustamente penalizzate dall’ultimo Decreto del Governo sulle riaperture. Ad annunciarlo in una nota è il Codacons. Le ultime disposizioni che regolano a partire dal 26 aprile la ripresa delle attività economiche sono incostituzionali nella parte in cui discriminano determinati esercizi limitandone orari e modalità di apertura al pubblico. E’ il caso dei ristoranti, spiega il Codacons, che non dispongono di spazi all’aperto e che dovranno rimanere chiusi o limitarsi al take away e consegne a domicilio, o al settore dei matrimoni. Per il quale il Governo non ha previsto ancora una data per la ripresa degli eventi.

Si può garantire la sicurezza degli avventori

Eppure sia all’interno dei ristoranti al chiuso, sia nei locali che organizzano cerimonie e matrimoni, è possibile garantire la sicurezza degli avventori. Come ? Ricorrendo al distanziamento, alla riduzione della capienza massima, a sale ad hoc per vaccinati e ad altre misure che permettano a tali attività di tornare a lavorare nel rispetto delle norme anti-Covid. Proprio su tale aspetto il decreto del Governo realizza una illegittima discriminazione tra locali, con cinema, teatri e librerie che, pur essendo al chiuso, possono ospitare clienti, a differenza dei ristoranti che non dispongono di spazi all’aperto.

I divieti del governo sono illegittimi

Contro il decreto sulla riaperture, si legge nella nota, lanciamo quindi un ricorso collettivo al Tar del Lazio. Al quale possono da oggi aderire tutti i ristoratori italiani e tutte le imprese che operano nel settore del wedding. Finalizzato a chiederne l’annullamento nella parte in cui impedisce a tali attività di operare al pari di altre categorie di esercizi, conclude il Codacons.