Spuntano in tutta Italia striscioni di protesta contro l’obbligo del “green pass”

casapound green pass

“Green pass=Sgregazione sanitaria”: questo il testo degli striscioni affissi in decine di città italiane da CasaPound Italia per protestare contro il green pass. “In assenza di un obbligo vaccinale è inconcepibile mettere queste limitazioni: è una follia degna del peggior scenario orwelliano. – afferma un portavoce di CasaPound-. Ci troviamo di fronte a un Governo che, invece di investire nella sanità pubblica, minata da anni di tagli, preferisce chiudere in casa i cittadini che legittimimanente possono decidere di non vaccinarsi o che non possono farlo.

“Non si può limitare la libertà ai cittadini”

Non è accettabile e non siamo disposti a far passare una normativa del genere. Ci auguriamo che l’opposizione in parlamento alzi le barricate o lo faremo noi nelle piazze, creando luoghi di aggregazione alternativi. Non siamo disposti a veder limitata la libertà dei cittadini. Non si tratta di essere pro-vax o no-vax, la logica degli opposti estremismi non ci appartiene. Si tratta di buon senso, cosa che questo Governo dimostra ogni giorno di più di non avere. Il Green Pass non deve passare”.

Salvini: basterebbe un po’ di buon senso

Le posizioni comunque sono discordi. “Per andare a San Siro, con 50 mila, o a concerti da 40 mila il Green Pass ha senso, ma sui treni pendolari no, per mangiare la pizza no. Mettiamo in sicurezza genitori e nonni senza punire nipoti e figli. E presto cambieremo il criterio sui colori delle regioni”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, in un’intervista a La Repubblica. “Su 8 mila posti in terapia intensiva, oggi ne sono occupati 156, in calo rispetto a ieri. Usiamo il modello tedesco, niente Pass, ma buon senso, educazione, regole”, aggiunge Salvini.

La Fondazione Gimbe: green pass solo per grandi eventi

“La nostra posizione ufficiale è che” il Green pass “va preso in considerazione per i grandi eventi: stadi, concerti, eccetera. Diventa sempre più difficile il suo utilizzo per assembramenti più piccoli, perché non abbiamo un’equità di accesso al vaccino” anti-Covid. “Ci sono vari aspetti di tipo giuridico e sociale da considerare. Però è una strada da prendere in considerazione, perché in una campagna vaccinale di massa si può fare la prenotazione volontaria, la chiamata attiva. La spinta gentile ovvero il Green pass, e poi l’ultima strategia è rappresentata dall’obbligo”.

Lo sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus. Secondo Cartabellotta, “in questo momento la strategia del Green pass è una di quelle che si possono prendere in considerazione”, però “verosimilmente non per tutte le applicazioni – precisa – perché se uno deve esibire il pass per andare al bar e al ristorante è doveroso che siano vaccinati coloro che in quei locali ci lavorano”.