Squid Game, a Tor Sapienza biglietti nei bar e supermercati. Ma poi si scopre il trucco

Per qualche settimana era stato un fitto mistero. E la gente aveva inondato di telefonate un numero apparso sul retro di centinaia di cartoncini. Mentre sul lato A dei biglietti apparivano il cerchio, il triangolo e il quadrato. I simboli della serie televisiva Squid Game, trasmessa sulla piattaforma Netflix. Un format di origine sud coreana, che ha conquistato il mondo. Con una storia quanto meno opinabile. Oramai nota quasi a tutti. 46.5 miliardi di won messi a disposizione di 465 giocatori. Reclutati tra i più poveri e gli emarginati. Per partecipare al gioco, basta chiamare un numero. Ma chi perde muore. Ucciso da delle bambole assassine. Chi vince, prende tutto il montepremi.

Così qualcuno ha pensato di riproporre realmente lo stesso biglietto. E se si chiamava il numero indicato, dopo un po’ rispondeva una segreteria. Con la vocina stridula, come quella della bambola killer. Dicendo la famosa frase, 1, 2, 3 stella! In realtà però, seguiva un messaggio di segreteria telefonica. Con l’annuncio di aver ricevuto troppe chiamate. E dopo qualche ora, si veniva semplicemente ricontattati. Non per una partita horror, ma per un banale posto di lavoro in una agenzia immobiliare.

L’agenzia immobiliare, ci siamo ispirati a Squid Game per trovare giovani disposti a lavorare

I biglietti ispirati a Squid Game che hanno invaso i quartieri di Tor Sapienza, di Tor Vergata e dell’Alessandrino hanno creato allarme. Perché all’inizio si temeva il gesto di qualche squilibrato. Magari in grado di coinvolgere con una telefonata i bambini e i più ingenui in qualcosa di pericoloso. Anche perché diversi tagliandi sono stati ritrovati anche davanti alle scuole. Così si sono mossi i Carabinieri, che hanno iniziato una accurata indagine. Ma la verità è saltata presto fuori. Anche perché la stessa agenzia immobiliare di via Davide Campari che aveva avuto l’idea è venuta allo scoperto. Come ha spiegato alla stampa il titolare Francesco Mandrisi. “L’idea nasce da una difficoltà molto grande che abbiamo – ha spiegato Mandrisi. Ovvero quella di trovare giovani disposti a mettersi in gioco e a lavorare”. Così si è pensato bene di invogliare un pubblico giovane, imitando il metodo di reclutamento della serie cult. Risultato? A parte aver messo a soqquadro la zona, sembra che nessuno dei chiamati abbia accettato l’offerta lavorativa. “ Le persone una volta ricontattate sperano in una festa di Halloween o in un’altra iniziativa”, ha concluso sconsolato il titolare dell’agenzia immobiliare. “E quando hanno scoperto la nostra ricerca di personale, tutti si sono tirati indietro”.

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