Stabili contagi ma meno morti. Sale però la positività. Boom di contagi nel Lazio

vaccino covid ospedale (2)

Sono 6.764 i nuovi casi di coronavirus e 31 i morti in 24 ore, secondo i dati diffusi dal ministero della Salute sulla situazione del contagio. Sono 491.962 i tamponi, tra molecolari e antigenici, processati in 24 ore che fanno rilevare un tasso positività pari all’1,4%. Aumentano i ricoverati con sintomi, che salgono a 3.173 (+49) mentre sono 392 le persone in terapia intensiva (-3 da ieri) con 23 ingressi nelle ultime 24 ore.

Boom di contagi nel Lazio ma meno morti

“Oggi nel Lazio si registrano 807 nuovi casi positivi a Sars-CoV-2 (+91) su 43.439 tamponi di cui 17.094 molecolari e 26.345 antigenici. Cinque i decessi (-2), 480 i ricoverati (+6), 59 le terapie intensive (-1) e + 441 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 1,8%. I casi a Roma città sono a quota 359”. E’ il quadro tracciato dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, in una nota diffusa al termine dell’odierna videoconferenza della task-force regionale per il Covid con i direttori generali delle Asl e Aziende ospedaliere, Policlinici universitari e l’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Nelle province si registrano 165 nuovi casi e un decesso.

Il Bambino Gesù: i casi gravi tra i bambini ci sono

“La situazione cambia di giorno in giorno, in questo momento al Bambino Gesù i reparti solo Covid di entrambe le sedi (Gianicolo e Palidoro) sono occupati, ma ancora recettivi. Purtroppo i casi gravi fra i bambini ci sono. Riguardano in particolare quelli con patologie secondarie, ma ci è capitato di vedere anche bimbi descritti come perfettamente sani finire in ospedale”. A tracciare il quadro all’Adnkronos Salute è Elena Bozzola, segretario nazionale della Società italiana di pediatria (Sip) e dirigente medico dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.

“Ci sono stati tanti casi di bimbi con Covid che poi accedono in terapia intensiva perché si tratta di una patologia che può alterare il loro stato clinico – osserva l’esperta -. Una cosa importante da sottolineare è che i bimbi che arrivano nel nostro ospedale devono fare un percorso e all’arrivo in pronto soccorso vengono divisi fra quelli che hanno sintomatologia riconducibile a Covid, quindi febbre o sintomi respiratori, e quelli che non ce l’hanno. E la folla che si è creata può portare anche a 200 accessi al giorno anche con lunghe attese. Quindi è importante proteggere quanto prima i bambini anche per evitare un sovraccarico al Ssn, che poi entra in crisi”.