Stacca a morsi un dito a un agente e lo ingoia. Orrore a Rebibbia

Ha staccato a morsi il dito a un agente della Polizia penitenziaria e lo ha ingoiato. Con la furia cieca di un animale. È successo nel carcere romano di Rebibbia, e la notizia ha fatto il giro del mondo con decine di agenzia che l’hanno rilanciata. Facendo fare per l’ennesima volta una pessima figura all’Italia. Giuseppe Fanara, un ergastolano 60 enne di cosa nostra in carcere con regime detentivo del 41 bis infatti ha reagito così ad un normale controllo di routine effettuato in cella. La stessa nella quale il boss è rinchiuso da nove anni. Ma questa volta l’ergastolano si è infuriato, non si sa ancora bene per cosa. E ha perso a morsi l’agente addetto al controllo, staccandogli la falange della mano. Dopo il gesto disumano, il criminale avrebbe continuato ad inveire a d urlare. Sempre rivolto agli agenti, con minacce gravissime. Vi sgozzo tutti  come maiali avrebbe detto l’uomo rivolto agli operatori delle Forze dell’Ordine. Una vicenda gravissima, perché la nostra Polizia penitenziaria sembra essere lasciata sempre più sola. Prima le rivolte nelle carceri con l’emergenza covid, poi le accuse di maltrattamenti contro i detenuti. Mai nessuna solidarietà da parte del Guardasigilli Bonafede o di altre cariche dello Stato. E la misura adesso è davvero colma.

Vi sgozzo come maiali, il boss aggredisce gli agenti a Rebibbia e stacca il dito a un poliziotto. Ma lo Stato si volta dall’altra parte

La Polizia penitenziaria sembra essere sempre più sola. Mentre si aspetta che il  Ministro Bonafede batta un colpo. Magari proponendo una medaglia al valore civile per quell’agente che ieri ha perso i dito di una mano a Rebibbia. Ad opera di un assassino sanguinario che sconta l’ergastolo in regime di 41 bis. Adesso trasferito nel carcere di massima sicurezza di Sassari. Ma purtroppo ancora una volta lo Stato sembra essersi voltato dall’altra parte. Come è avvenuto mentre in pieno lockdown scoppiavano le rivolte negli istituti detentivi. O quando lo stesso ministro della Giustizia ha proposto di far uscire dalle carceri proprio i boss mafiosi. Come l’animale di ieri. Per il rischio che potessero contrarre l’infezione da covid 19. Una follia. Mentre si indaga se nel trasferimento da Civitavecchia a Roma un detenuto abbia avuto le manette troppo strette. E migliaia di clandestini entrano indisturbati dalle nostre frontiere. Un mondo alla rovescia. Un modo assurdo di sovvertire le normali priorità che uno Stato di diritto dovrebbe avere. E adesso finalmente anche la politica si ribella. Con condanne durissime, a cominciare da quella dei vertici di Fratelli d’Italia. E del sindacato di categoria della Polizia penitenziaria. Purtroppo però per chi ci governa le priorità sembrano essere altre. E la sicurezza nostra e di chi ci protegge ancora una volta va a farsi benedire.

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/20_settembre_08/rebibbia-choc-boss-cosa-nostra-all-ergastolo-stacca-dito-ad-agente-un-morso-ingoia-13d7fd92-f20f-11ea-a04c-fd3ebc88ed6c.shtml