Stadio della Roma a Pietralata, il Tribunale conferma il progetto: “Il boschetto si può abbattere”. Cantiere entro il 2026

Roma, il rendering di come sarà il nuovo stadio della Roma a Pietralata, fonte as Roma

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Roma, il Tar del Lazio ha emesso un’ordinanza che respinge la richiesta cautelare dei comitati: il nulla osta all’abbattimento di 26 alberi a Pietralata resta valido. L’intento dei ricorrenti era bloccare l’efficacia del provvedimento per tutelare il cosiddetto “boschetto”. Ma il tribunale ha stabilito che non sussistono elementi nuovi in grado di rovesciare le valutazioni già effettuate. La perizia degli agronomi certificava da tempo che il valore naturalistico del verde nell’area è scarso. Vegetazione invasiva, specie alloctone, stato di abbandono: queste le condizioni dell’area oggetto della disamina. Secondo i tecnici, dell’insieme di 2,3 ettari analizzati, circa 0,7 ettari rientrano nella definizione legale di “bosco” ma con scarso pregio naturalistico; i restanti 1,6 ettari sono classificati come aree non boschive.

Perizia agronoma al centro della sentenza per lo stadio di Roma – Pietralata

La relazione redatta dall’Ordine nazionale degli Agronomi ha avuto un ruolo decisivo. I rilievi sul campo — effettuati tramite sopralluoghi precisi, con GPS, per delimitare le particelle catastali — hanno rilevato specie invasive e frammentarie, degrado ambientale evidente, scarsità di valore vegetazionale.

La perizia ha inoltre previsto che, per la parte identificata come “bosco”, sia richiesto un nulla osta regionale per la trasformazione, e che per le aree non boschive si possa procedere a un uso diverso, purché venga realizzata una compensazione ambientale equivalente in superficie.

Ecologia vs. iter autorizzativo: nulla da sospendere

I giudici del Tar hanno rilevato che non esiste al momento un pregiudizio grave e irreparabile che giustifichi la sospensione cautelare dell’abbattimento. Alcuni alberi erano già stati rimossi, altri restano sotto osservazione, ma la misura, si legge, non può essere bloccata su basi meramente speculative.

In particolare, la richiesta dei comitati di sospendere la relazione agronoma e il nulla osta relativi agli abbattimenti per gli scavi archeologici è risultata infondata: la perizia non è considerata un atto provvedimentale contestabile nella misura richiesta, ma un atto tecnico a supporto del procedimento autorizzativo.

Scavi e progetto: ultimi passaggi

Con il pronunciamento del Tar, resta da concludere il ciclo delle indagini archeologiche e geologiche sul sito. In pochi giorni verranno integrati i risultati dei carotaggi al resto della documentazione progettuale già pronta da mesi. Viabilità, parcheggi, verde e impatto ambientale restano centrali nella fase che seguirà.

Il progetto definitivo dovrà essere depositato per poter entrare nella conferenza dei servizi, che si prevede durerà al massimo quattro mesi. L’obiettivo è chiudere i passaggi autorizzativi entro giugno 2026, condizione necessaria per inserire lo stadio tra quelli utilizzabili per gli Europei del 2032.

Habitat contestato: biodiversità in bilico

Sul fronte naturalistico, non mancano gli studi opposti. I comitati hanno presentato uno studio preliminare sull’avifauna e chirotterofauna dell’area, denunciando la presenza di 41 specie di uccelli, di cui alcune tutelate, e 6 specie di pipistrelli. Tale documento ha richiesto la verifica del valore ecologico dell’area prima di ogni intervento.

Tuttavia, il Tar ha ritenuto che questi elementi, pur interessanti, non costituiscano prova sufficiente a giustificare una sospensione cautelare dell’iter autorizzativo, che già contempla la compensazione naturalistica prevista dalla perizia.

Conclusione: il via libera definitivo

L’ordinanza del Tar segna un punto di non ritorno: il progetto dello stadio della Roma a Pietralata può procedere. L’area oggetto degli abbattimenti ha perso, secondo gli esperti, la “qualificazione” naturalistica necessaria a ostacolare il permesso ambientale. Il percorso tecnico-amministrativo entra ora nella sua fase finale.

Per i residenti contrari resta l’amarezza per un ecosistema ritenuto da alcuni più prezioso di quanto riconosciuto nei documenti ufficiali. Ma nei fatti, la decisione del Tribunale chiude la porta a ulteriori blocchi giudiziari, almeno per questo capitolo. Il confronto ora si sposta su come verranno realizzate le compensazioni verdi, su quale sarà la qualità definitiva del verde restituito alla città, e su quanto il nuovo impianto saprà integrarsi con il quartiere.