Stadio della Roma, passo avanti verso la costruzione: il Consiglio di Stato respinge il ricorso delle associazioni

Stadio della Roma

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Stadio della Roma, non ci sono più ostacoli. O quasi. Il Consiglio di Stato, nella sua Quarta Sezione, ha detto no all’appello del Comitato che si oppone allo stadio nella zona di Pietralata. Dopo il verdetto del TAR, arriva un’altra conferma: non si ferma l’iter del nuovo impianto giallorosso, nemmeno per gli alberi che facevano discutere. E anche il ricorso presentato da Marco Doria, erede della casata dei Doria Pamphilj, che nel 2023 ha contestato la legittimità degli espropri di cui la sua famiglia è stata “vittima” più di venti anni fa, è stato bocciato dal Consiglio di Stato. 

Cosa hanno deciso i giudici

Secondo la sentenza del Consiglio di Stato, non sussistono gli estremi per un’ordinanza cautelare: i ricorrenti non hanno dimostrato un pericolo attuale grave e irreparabile. Le loro accuse sono state giudicate troppo generiche, senza un danno concreto che giustifichi un blocco immediato. Però le speranze per chi non vuole lo stadio non sono perse. La costruzione dell’impianto allo stato attuale non può infatti procedere senza il via libera della Regione sulle aree boscate interessate. Quindi, niente stop definitivo: per ora, solo un rinvio tecnico. “Questo ulteriore passaggio dimostra la mancanza di competenza del Comune di Roma nel rilascio di autorizzazioni su aree boscate e, al contempo, certifica una volta per tutte la presenza di un bosco che il Comune vorrebbe distruggere per meri interessi speculativi”, sostengono dal Comitato Si al Parco, Si all’Ospedale, No allo Stadio.

Per i periti il verde non è così “pregiato”

La questione degli alberi continua a essere cruciale. Secondo una perizia agronomica citata dal TAR, molte delle piante nell’area non avrebbero un valore naturalistico elevato, definiti “di scarso pregio ambientale”. Il Comune e il club giallorosso, secondo le motivazioni del Consiglio di Stato, non hanno ancora ottenuto tutti i pareri necessari per intervenire definitivamente su quelle particelle catastali “boscate”. Questo significa che ogni nuova fase di lavori deve passare per nuovi passaggi autorizzativi. Ma intanto il comitato incalza. “Apprendiamo a seguito di accessi agli atti che il Dipartimento Ambiente tra Aprile e Giugno 2025 aveva autorizzato l’abbattimento di 58 alberi nelle aree che, successivamente, sono state riconosciute come boscate”.

La petizione per bloccare i lavori: “Salviamo il Parco di Pietralata”

E, quindi malgrado la sentenza, vanno avanti con le loro proteste. È infatti stata rilanciata la petizione online per salvare i 14 ettari di parco di Pietralata, compresa l’area boschiva e la sua fauna, minacciati dall’occupazione a scopo edificatorio dello stadio. La mobilitazione digitale ha già raccolto migliaia di firme e affianca un crowdfunding per sostenere ricorsi, studi tecnici e attività di sensibilizzazione. 

La petizione, che si trova su Change.org ed è promossa dal Coordinamento “Sì al Parco, NO allo Stadio” e da diversi comitati locali, contesta la trasformazione di terreni pubblici destinati a verde in un impianto privato, denunciando “consumo di suolo pubblico“, rischio di collasso della mobilità, maggiore inquinamento e perdita di una “ricucitura” urbana attesa da decenni. I promotori mettono in evidenza che l’area era già prevista come parco nel PRG del 2008 e che l’ipotesi dello stadio comprometterebbe servizi pubblici essenziali, compreso l’adiacente ospedale Pertini. Fino a ieri, 20 novembre, la petizione contava già oltre 4.300 firme verificate. 

E non si tratta solo di una protesta simbolica. Accanto alla raccolta firme online è partito un crowdfunding per finanziare perizie agronomiche indipendenti, consulenze legali e attività pubbliche (volantinaggi, eventi, campagne social). Il coordinamento ha già fatto rete con associazioni ambientaliste e progetti civici per costruire dossier tecnici alternativi e candidare soluzioni di rigenerazione che trasformino l’area in vero parco urbano piuttosto che in un impianto da 65.000 posti.

I comitati: “Distruggeranno la biodiversità”

Secondo i promotori della petizione, il progetto dello stadio si regge su valutazioni tecniche discutibili: la relazione agronomica comunale è stata contestata e molti cittadini chiedono verifiche strumentali indipendenti sugli alberi e sullo stato del suolo. Il timore è che la cancellazione dei 14 ettari equivalga a una perdita irreversibile di biodiversità e a un aumento dell’isola di calore urbana in un quadrante già fortemente urbanizzato. I comitati insistono sul principio di precauzione: prima di autorizzare interventi così impattanti, servono studi ambientali e alternative di progetto.

La petizione mette in evidenza i rischi pratici: aumento del traffico, criticità per i servizi pubblici, inquinamento acustico e atmosferico, perdita di aree di socialità. Per molte famiglie del IV Municipio, il progetto non è un’opportunità, ma un fattore di ulteriore degrado. Ecco perché la mobilitazione tenta di restituire la parola ai cittadini e di mettere sul tavolo proposte alternative che valorizzino il territorio senza consumarlo.

Ma c’è chi dice sì

Ma mentre la maggior parte dei residenti sono contrari alla costruzione dello stadio a Pietralata, c’è chi invece è favorevole. Il Comitato Pro Stadio e gran parte della tifoseria salutano la decisione del Consiglio di Stato come un segnale che consente ad AS Roma e al Campidoglio di chiudere i nodi tecnici e procedere. Il Comune, secondo fonti ufficiali, punta a consegnare il progetto definitivo entro fine novembre e a rispettare i tempi utili per eventuali candidature degli impianti a eventi internazionali futuri.

Di sicuro adesso costruire sarà più facile, a meno che l’opposizione non affianchi i cittadini e i comitati nella loro battaglia, mettendo in difficoltà l’iter autorizzativo. Adesso la partita più difficile resta politica e territoriale: ma il risultato è quasi scontato.

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