Stadio Flaminio, l’avvocatura dice ‘Sì’ al progetto di Lotito, ma adesso arriva l’ostacolo più duro

Stadio Flaminio

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La Lazio si avvicina davvero allo Stadio Flaminio. Nelle ultime ore, con un parere arrivato “quasi a sorpresa”, l’Avvocatura capitolina ha indicato come legalmente percorribile la proposta presentata dal presidente biancoceleste Claudio Lotito al sindaco Roberto Gualtieri. Un passaggio tutt’altro che scontato: il via libera dei legali del Campidoglio era uno dei punti più delicati dell’intera operazione.

Cosa c’è sul tavolo: 99 anni di diritto di superficie

Il cuore della richiesta è il diritto di superficie per 99 anni sull’area di Roma Nord che ospita il Flaminio, impianto compreso. In parole semplici: non si tratta automaticamente di “comprare lo stadio”, ma di ottenere un titolo di lungo periodo che consenta di intervenire, realizzare opere e gestire la struttura, secondo regole e concessioni. È il tipo di soluzione che, in molti progetti urbani, viene usata per rendere sostenibili investimenti pesanti.

L’incontro in Campidoglio e l’ipotesi acquisto

La comunicazione dell’esito positivo è arrivata ieri a Lotito. E, nel faccia a faccia a Palazzo Senatorio, Gualtieri non si sarebbe limitato a prendere atto del parere: avrebbe anche aperto alla possibilità di percorrere la strada dell’acquisto dell’impianto. Se confermata nei passaggi successivi, sarebbe una variante politicamente e amministrativamente rilevante, perché cambierebbe il perimetro economico e patrimoniale dell’operazione.

Perché questa notizia è di pubblica utilità

Qui non si parla solo di calcio. Il Flaminio è un bene cittadino e la sua trasformazione incide su quartiere, viabilità, sicurezza, rumore, trasporti e costi. Un parere favorevole non è il traguardo: è l’avvio di una fase in cui servono atti trasparenti, tempi chiari e garanzie. La domanda che conta per i residenti e per i tifosi è una sola: quali opere, con quali impatti, con quali vincoli e con quali responsabilità?

Il vero muro: Soprintendenza e vincolo “monumento nazionale”

Superata la “forca caudina” dell’Avvocatura, resta l’altro passaggio ad alto rischio: il vincolo della Soprintendenza su un impianto progettato da Pier Luigi Nervi e considerato monumento nazionale. Ed è qui che la partita può complicarsi: ogni intervento dovrà misurarsi con tutele stringenti. Sullo sfondo, inoltre, vengono dati come probabili anche ricorsi: quelli della Fondazione Nervi e quelli dei comitati cittadini.

L’iter: le 4 tappe che decidono tutto

Prima ancora del braccio di ferro sui vincoli, la Lazio dovrà presentare un progetto preliminare e seguire un percorso simile a quello avviato dalla Roma per Pietralata: (1) conferenza dei servizi preliminare, (2) dichiarazione di pubblico interesse dell’Assemblea capitolina, (3) progetto definitivo, (4) conferenza dei servizi decisoria. Tradotto: la proposta dovrà affrontare verifiche tecniche, ambientali e amministrative, passo dopo passo.

E dall’altra parte c’è la Roma: giornata chiave su Pietralata

Non è finita qui. Dopo l’incontro con Lotito, in Campidoglio sono attesi anche i dirigenti giallorossi per una riunione definita “preparatoria” alla presentazione del progetto definitivo dello stadio della Roma a Pietralata, che potrebbe essere svelato alla città entro pochi giorni. Due dossier, un’unica regia istituzionale: il tema stadi entra in una fase caldissima.