Stadio Roma, Raggi ad alta tensione e la giunta revoca la pubblica utilità

Alta tensione nella giunta di venerdì scorso in Campidoglio. Quando la Raggi ha presentato agli assessori presenti (il fedelissimo Pietro Calabrese delegato alla mobilità) e agli altri collegati in remoto la delibera che revoca la dichiarazione di pubblica utilità per i terreni di Tor di Valle. Quelli sui quali sarebbe dovuto sorgere lo stadio della Roma per intenderci. Prima che i Friedkin decidessero di cercare altre soluzioni. Un passo delicato quello della revoca, e i grillini al governo della città lo sanno bene. Perché se si sbagliano le procedure, si rischiano richieste di risarcimenti milionarie. Da parte di Eurnova, la società di Parnasi ancora formalmente proprietaria dell’area. Per non parlare degli interessi dell’immobiliarista ceco Vitek, che potrebbe ancora sperare in una conclusione positiva del suo affare. Insomma, un bel ginepraio. Al quale comunque la stessa sindaca Raggi ha voluto mettere un punto. Ma la prima sorpresa è arrivata in giunta venerdì mattina poco dopo le 11. Quando il segretario generale Paolo Mileti e la sua vice Valentina Cordella avrebbero chiesto un po’ più di tempo. Per limare ancora gli aspetti più controversi della delibera. Richiesta che avrebbe fatto infuriare non poco la Raggi. Che avrebbe concesso mezz’ora, salvo poi esplodere. “La delibera doveva già essere pronta, alle 11.30 ho da fare” avrebbe concluso bruscamente la prima cittadina. Secondo quanto riportato dal sito romaforever.it. Aggiornando la riunione alle 17. Ed uscendo sbattendo la porta.

Il centrodestra: “Lo stadio dimostra la totale incapacità grillina di amministrare”

Giunta in due tempi per dire no allo stadio della Roma. Ma adesso la parola passa al Consiglio comunale

La giunta dello scorso venerdì si è svolta in due tempi. Proprio come una partita di calcio. E non c’è da stupirsi, visto che il tema all’ordine del giorno era proprio la revoca della pubblica utilità per i terreni a Tor di Valle. Dove doveva sorgere il nuovo stadio della Roma. Ma nella mattinata di venerdì il documento non era ancora pronto, e la Raggi sarebbe andata su tutte le furie. Aggiornando la riunione alle 17. E bacchettando duramente il segretario generale per il ritardo. Nel pomeriggio però, sempre secondo quanto riporta romaforever.it, il clima sarebbe stato più disteso. Nonostante la defezione dell’assessore al bilancio Gianni Lemmetti. E la stessa sindaca si sarebbe presentata alle 17.30 con una scatola di cioccolatini come segno di pace dopo la sfuriata di poche ore prima. Delibera approvata dunque, ma quello dell’altro giorno è solo un primo passaggio di questa infinita telenovela. Infatti, l’ultima parola adesso spettera’ al Consiglio  comunale. Dove dopo l’uscita di Marcello De Vito da M5S la Raggi può contare solo su 24 voti sui 49 dell’Aula. Quanti di questi saranno disposti ad alzare la mano e ad assumersi una responsabilità non da poco, anche sul fronte erariale, rimane un mistero. Almeno fino al voto. Che tutto appare, tranne che scontato. Con le opposizioni che già si preparano ad andare all’attacco. Perché l’affaire stadio sta diventando sempre più un tema caldissimo della campagna elettorale. Sul quale i futuri candidati sindaci si confronteranno senza esclusione di colpi.

http://www.romaforever.it/news/?id=109085