Stefano Massoli, il marito di Laura Santi: “Le ho detto vai amore, sei libera”
Non è una storia come le altre, quella di Laura Santi e Stefano Massoli. È la vicenda di un amore che ha attraversato il dolore, la malattia e il confine estremo della vita. Laura, giornalista perugina di 51 anni, affetta da una forma avanzata di sclerosi multipla, ha scelto di morire con dignità lo scorso 21 luglio 2025, dopo aver combattuto per anni per ottenere il diritto al suicidio medicalmente assistito.
Una battaglia di civiltà durata anni
La storia di Laura Santi è diventata un simbolo di libertà e di civiltà. Da oltre vent’anni conviveva con la malattia, ma negli ultimi anni il suo corpo non rispondeva più. Non poteva muoversi, né mangiare da sola. Solo la mente era rimasta lucida. È in quelle condizioni che ha deciso di lottare per un diritto riconosciuto solo a chi soffre in modo irreversibile: poter scegliere quando e come morire.
Nel maggio 2025, dopo due anni e mezzo di ricorsi e attese, la sua ASL ha riconosciuto che Laura rispettava tutti i requisiti stabiliti dalla Corte Costituzionale con la sentenza 242/2019. Ma anche di fronte a quella decisione, la burocrazia si è mossa a passo lento: mancavano protocolli chiari, farmaci autorizzati, medici disponibili.
Laura non si è arresa. Accanto a lei, sempre, il marito Stefano Massoli, regista e videomaker, che l’ha sostenuta con la forza discreta di chi ama davvero.
Il giorno dell’addio e le ultime parole che commuovono l’Italia
Il 21 luglio, nella sua casa di Perugia, Laura si è auto-somministrata il farmaco letale. Accanto a lei, pochi intimi e, fino all’ultimo, Stefano. “Ciao amore, ciao vita”, gli ha detto lei. “Vai amore, sei libera”, ha risposto lui, prima di uscire dalla stanza, come lei aveva chiesto.
Dopo la morte, Stefano ha diffuso un videomessaggio registrato da Laura: un appello ai parlamentari perché “non si approvino leggi che negano il diritto all’aiuto a morire”. Le sue parole, semplici e ferme, sono risuonate ovunque, riportando il tema del fine vita al centro del dibattito nazionale.
Laura è la nona persona in Italia ad aver ottenuto legalmente il suicidio assistito e la prima in Umbria. La sua battaglia non è stata solo personale, ma un grido collettivo per chi ancora oggi chiede una legge giusta e umana sul fine vita.