Storace zittisce i Cospito boys: “Togliere il 41 bis serve alla mafia”
Sul caso Cospito troppe chiacchiere a vuoto, che ignorano i principali punti fermi: ci voleva la trasmissione di Massimo Giletti su La7 e Francesco Storace, tra gli ospiti della puntata di ieri, per fare chiarezza una volta e per tutte.
A Non è l’Arena, Giletti ha ripercorso la storia processuale dell’anarchico all’ergastolo, con documenti filmati in cui Cospito, ora in sciopero della fame per ottenere la revoca del 41 bis, argomenta la sua guerra allo Stato.
“Ci sono delle leggi in questo Paese e ci sono delle valutazioni che sono della magistratura. Non lo ha inventato una forza politica il 41 bis”, ha ricordato Francesco Storace nel corso della trasmissione. Un provvedimento del quale Luca Telese ha indicato anche i principali ideatori: Falcone e Borsellino. “Non a caso, il 41 bis è il pù temuto della mafia”, ha detto il conduttore de La7.
E ancora, numeri che smontano ogni retorica della sinistra su Cospito. “Su 750 detenuti al 41 bis, solo tre sono terroristi”. Quindi, smantellarlo, è un favore diretto ai mafiosi.
Ma è Storace a smontare definitivamente la narrazione su Cospito. L’anarchico condannato all’ergastolo non ha iniziato lo sciopero della fame “a maggio dell’anno scorso”, quando è stato messo al 41 bis, ma guarda caso “a ottobre quando si è insediato il governo Meloni”. Uno sciopero della fame “molto direzionale”, dice ancora l’editorialista di Libero. Quindi, rivolto all’avvocato Iuri Maria Prado, Storace chiede: “Lei è così tranquillo quando vede gli anarchici sfasciare tutto?”. E ancora: “Voi chiedete di liberare dal 41 bis i malati. Quindi va liberato anche Messina Denaro? Questo è il punto a cui si vuole arrivare?”.
Per poi citare il caso recente “dell’ergastolano uscito in licenza premio che ha ucciso due donne”. “Non c’entra nulla – replica l’avvocato Prado – con il consentire a Cospito di leggere qualche rivista”. Un punto su cui Giletti lo smentisce categoricamente: “Gli fanno leggere persino Di Più Tv, ma non gli fanno più avere giornali come la rivista anarchica Vetriolo sulla quale scriveva parole pesanti inneggianti al terrorismo”.
Non è mancato, nel corso della trasmissione, un gustoso siparietto tra Storace il vignettista Vauro. “La mia paura in questa commedia – avverte Storace – è che si stia preparando il terreno, se Cospito dovesse morire, che si debba dare dell’assassino al ministro Nordio”. Una considerazione che induce Vauro a dire: “Stasera sono storaciano”. Con l’ex governatore del Lazio che lo fulmina in tre parole: “Allora non so dove ho sbagliato”.