Storico Berrettini a Wimbledon: il tennista romano alle semifinali 61 anni dopo Pietrangeli

A Wimbledon brilla la stella del romano Matteo Berrettini. Il tennista 25enne, numero 9 del mondo e settima forza del tabellone, ha conquistato il pass per le semifinali della terza prova stagionale del Grande Slam, in corso sui campi in erba dell’All England Club della capitale inglese.

L’azzurro ha sconfitto oggi il canadese Felix Auger-Aliassime, numero 16 del seeding, con il punteggio di 6-5-7 7-5 6-3.
Berrettini e’ il secondo italiano nella storia del Major britannico a raggiungere le semifinali. Soltanto Nicola Pietrangeli (nel 1960) prima di lui si era spinto cosi’ avanti a Londra. Per il romano e’ anche la seconda semifinale della carriera in un Major, dopo quella persa agli Us Open del 2019 (contro Rafael Nadal). Affrontera’ il sorprendente Hubert Hurkacz.

Il polacco ha “detronizzato” oggi Roger Federer, imponendosi per 6-3 7-6 (4) 6-0. Il tennista elvetico, otto volte vincitore a Wimbledon, ha perso nettamente. Da capire se e’ stata l’ultima uscita della carriera per Federer sui prestigiosi prati londinesi.
L’azzurro e Hurkacz si sono affrontati in una solo occasione e ha prevalso il polacco.

Il 25enne romano, numero 9 del ranking e 7 del seeding, continua a portare avanti una stagione straordinaria (nel 2021 sono arrivati anche il successo di Belgrado e la finale persa a Madrid), grazie a un servizio che si conferma una garanzia (20 ace e 82% di vincenti sulle prime palle) e una maturità in crescendo.

Nel 1950, Pietrangeli perse la semifinale di Wimbledon 6-4 al quinto con Rod Laver che poi a sua volta perse in finale da Neale Fraser. E Fraser, grande giocatore, grande capitano di Davis e buon amico che ho incontrato mille volte, mi ha sempre detto e ripetuto sorridendo: “Meno male che vinse Rod! Non solo perché era mio amico e australiano come me, ma anche perché lui lo avevo spesso battuto mentre soffrivo tantissimo il gioco di Nicola. Difatti ribattei Rod, mentre non so davvero come sarebbe finita con Nicola perché quell’anno lui giocava davvero bene anche sull’erba e aveva appena rivinto pochi giorni prima il Roland Garros per la seconda volta, quindi era in grandissima fiducia”.