Straziante addio a Roma a Laura Gennaccari, 16 anni, precipitata dal balcone

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Probabilmente a Santa Maria Goretti, a viale Libia, erano anni che non si vedeva tanta gente. Molti non sono potuti entrare in chiesa. Era il funerale di Laura Gennaccari, 16 anni, figlia del nostro collega Federico e di sua moglie Tania. Quando succede una tragedia di questo genere, il dolore è inimmaginabile. L’intera assemblea aveva gli occhi lucidi: i ragazzi, amici di Laura, gli adulti, uomini e donne. Pochi giorni fa Laura è precipitata dal quinto piano della casa nel quartiere Aurelio dove era andata ad abitare con la madre e il fratello da qualche tempo. Ma lo vedeva sempre il padre Federico: la accompagnava a canottaggio, disciplina nella quale Laura si era affermata e che le piaceva moltissimo. E a scuola era rimasta nel vecchio quartiere, all’Aristofane.

Gli interrogativi dei genitori di Laura

Come ha scritto lo stesso Federico, condividendo i suoi dubbi ma soprattutto i suoi interrogativi con gli amici di Facebook, non si capisce cosa sia successo. Certo è che la morte di una ragazza così giovane, bella, sportiva, “solare” come si dice adesso, è sempre un mistero inaccettabile. Fatalità, disgrazia e comunque sempre il destino. Le ragazze del canottaggio, all’uscita del feretro bianco, lo hanno abbracciato con i remi in alto, come un presentat’arm, e sul piazzale due striscioni erano esposti dai compagni di Laura. Dicevano così: “Buon viaggio Principessa” e “Laura sempre con noi”. I grandi consolavano i ragazzi e le ragazze, tutti sciolti in un pianto dirotto e inconsolabile. In chiesa molti di loro hanno letto un pensiero, un’emozione, un ricordo. Ma nulla che potesse far luce sulla immane tragedia.

Mistero sull’incidente

Come ha scritto Federico, i carabinieri stanno svolgendo le indagini del caso. Ma per ora non sembra che fosse bullizzata, cosa a cui si pensa di questi tempi: forse soffirva di sonnambulismo, come molti adolescenti. O forse ha perso l’equilibrio: tutti a quell’età – e anche più tardi – abbiamo fatto sciocchezze, cose pericolose, ma ci è sempre andata bene. C’è sempre un angelo che veglia, ma stavolta si era distratto. Forse un attimo, ma tanto basta. Pensando a Laura, mi è venuto alla mente di quando passai da un balcone all’altro al terzo piano di casa mia: avrò avuto la sua età, così, per fare una atto di coraggio e di abilità. Ma mi andò bene.

Presenti gli amici di sempre

Gli amici di Federico, giornalista, scittore ed editore, c’erano tutti. Dal suo mentore e maestro Adalberto Baldoni al suo amico di sempre Domenico Gramazio. Poi Isabella Rauti, Tommaso Luzzi, Fidel Mbanga Bauna, Magliaro, Olmi, Limido e certamente molti altri che nella folla non abbiamo visto, e ci scusiamo. Ovviamente c’erano i colleghi del Secolo d’Italia dove Federico collaborò per anni, Malgieri, Leoni, Ambrosioni, Accame e forse altri. Poi c’erano gli amici del quartiere, quel quartiere africano dove Federico ha sempre vissuto: Monti, Amadio, Guidi, Mori, D’Avenia e altri di cui non so il nome ma di cui conosco da anni le fattezze e i volti e la lealtà. Tutti a porgere l’estremo saluto a una ragazza sfortunata che accompagnava sempre il padre negli stand dove esponeva i libri della sua casa editrice. I palloncini bianchi alla fine della funzione hanno dato il viatico a Laura. Che gli angeli la accompagnino in Paradiso.