“Su Raiuno una vergognosa propaganda all’utero in affitto”

utero in affitto

Ci mancava solo spot sull’utero in affitto in onda su Raiuno. L’ultima vergogna propaganda della rete diretta da Stefano Coletta ha lasciato il segno. La questione arriverà in Commissione di Vigilanza Rai. 

Lo spot su Raiuno all’utero in affitto

“Vergognoso quanto avvenuto in Rai sabato scorso. Durante la trasmissione ‘Amore in quarantena’ si è fatta propaganda illecita all’aberrante pratica della maternità surrogata, con la testimonianza di una coppia gay che durante la pandemia, con molto buonismo, dice di aver avuto la gioia più grande: ‘diventare genitori’. Ebbene, sarebbe da ricordare alla Tv di Stato che in Italia vige una legge, la 40/2004, che all’Art.12, comma 6, punisce espressamente ‘chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità'”. Lo dichiara in una nota Simona Baldassarre, medico, europarlamentare della Lega e responsabile per il partito del Dipartimento Famiglia, chiedendo l’intervento della Commissione di Vigilanza.

Baldassarre (Lega): “Le donne non sono incubatrici”


“Come ho ripetuto in più occasioni – afferma – la maternità surrogata è un business vergognoso da circa 6 miliardi di dollari all’anno, che secondo il Global Surrogacy Market Report diventeranno 27,5 miliardi nel 2025, con una crescita annuale del 24,5%. Ecco la schiavitù del terzo millennio! Agenzie estere di surrogacy che, oltre a reclutare madri surrogate spesso a basso costo dal sud del mondo ed in stato di indigenza, agiscono con campagne commerciali in Italia rivolte ad attirare possibili clienti italiani. In uno studio del 2010, apparso su ‘Human Reproduction’, si stima in un numero compreso tra 3.500 e i 4.500 gli italiani che decidono di affrontare un viaggio per comprare un neonato. I dati parlano da soli”.

Utero in affitto: quei numeri che fanno paura

“Come politico, donna e madre – conclude Baldassarre – chiedo che vengano rispettate le norme che vietano queste forme di pubblicizzazione. Spero vivamente che la Commissione di Vigilanza Rai faccia luce su questo grave fatto. Le donne non sono incubatrici e i bambini non si possono comprare”.