Su Salvini a Mosca si abbatte la scomunica della sinistra. Come accadde per Berlusconi

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Ma è mai possibile che qualsiasi cosa Salvini dica o faccia, incorra nelle severe sanzioni, critiche e talvolta insulti della sinistra? Sembra di essere tornati ai bei tempi di Berlusconi, quando la sinistra e parte delle istituzioni a essa legate, lo perseguitavano – e continuano a farlo – solo perché – appoggiato dagli italiani – portava avanti il programma del suo governo. Che ha detto Salvini? Che vuole cercare la pace con ogni mezzi. E che se sarà necessario andrà fino a Mosca per cercare di convincere Putin a smetterla. Che c’è di male? Andare da Zelensky è inutile, lui è già convinto che la guerra debba finire. Non siamo in un Paese normale se qualsiasi iniziativa di una parte politica viene sconfessata, demonizzata, dileggiata dai faziosi che pochi decenni fa plaudivano ai carri armati su Budapest e Praga.

Salvini: chi mi critica non sa di cosa sta parlando

Lo stesso leader della Lega ci è rimasto male. “Mi dispiace che qualche collega politico parli, attacchi, critichi senza sapere di cosa si sta parlando. Mi piacerebbe che le iniziative di pace coinvolgessero tutti, si potesse andare tutti a Mosca, a Kiev”. E “mi sembra che non sia da leader, con una guerra in corso, fare battute di dubbio gusto”. Come quella del segretario del Pd, Enrico Letta, secondo cui il segretario della Lega andrebbe “dove lo porta il cuore”, con “iniziative strampalate e protagonistiche”. Lo ha affermato lo stesso leader del Carroccio. “Non vado mica a giocare a bocce, non vado a vedere il Milan, si parla con i Governi, con le Istituzioni -ha rivendicato Salvini – si parla con gli ambasciatori”.

Felice per l’iniziativa del Papa

Quanto ad una possibile visita del Papa a Mosca, “sicuramente il Santo Padre non ha bisogno di mediazioni o di mediatori. Sicuramente da parte russa sarebbe un bellissimo segnale accogliere una missione di pace di Papa Francesco, penso che il Vaticano abbia sicuramente canali di dialogo. A me personalmente se fosse chiesto piacerebbe molto, sarebbe un bel segnale”. E continua. “È mio dovere fare di tutto per cercare di dare un contributo per il raggiungimento di una pace giusta, usando l’arma più forte: la diplomazia. Un grande padre della nostra Costituzione, Giorgio La Pira, nel momento più critico della guerra fredda, ebbe il coraggio di andare a Mosca per parlare di pace”. E allora Mosca era comunista.

Salvini: non sono sicuro che riuscirò ad andarci

“Ognuno deve mettere il suo mattoncino, non ho certezze che andrò” in Russia, “ci è stato prospettato, ci stiamo lavorando. Non è un week end a Forte dei Marmi, è qualcosa di più complicato da tutti i punti di vista e soprattutto si fa se serve. Certezze non ce ne sono”. Lo ha affermato il segretario della Lega. “Ci sono buone relazioni – ha aggiunto Salvini – le richieste che andiamo a fare le andiamo a fare a tutti, rappresentiamo milioni di italiani, rappresentiamo la voglia di pace, abbiamo votato come Lega l’invio di tutti gli aiuti possibili e immaginabili all’Ucraina, economici, umanitari. L’Italia sta accogliendo, sta abbracciando, sono terrorizzato dall’idea di un espandersi del conflitto”.

“La pace è fatta di piccoli mattoncini”

In Russia “non è un viaggio di piacere, in una terra tranquilla, in un momento tranquillo. Si fa se serve, a me interessa che tornino a dialogare le parti che adesso si stanno sparando. Io sono piccolissimo, però la storia è fatta di piccolissimi mattoncini, non vado a nome del Governo, vado rappresentando il sentimento della maggioranza degli italiani. Poi certezze di ascolto e di successo nessuno ne ha, ma è meglio una proposta di pace, di cessate il fuoco in più che in meno. Se poi il viaggio non dovesse realizzarsi, continueremo a fare queste richieste da lontano”. L’iniziativa, assicura il leader del Carroccio, non è una sfida, “semmai è un supporto” al presidente del Consiglio, Mario Draghi, che “ha chiamato ieri l’altro a Mosca ed è rimasto a lungo al telefono sulla questione dei porti, del grano, della mediazione e del cessate il fuoco”.

“Mi sembra chiaro a chi si deve chiedere la pace: a chi ha scatenato il conflitto”

“E conclude: “In questo periodo abbiamo tenuto aperti canali diplomatici con tutti, sono andato in ambasciata ucraina, turca, cinese, ho incontrato gli americani, ci sono contatti a livello europeo. È chiaro, che chi è che ha scatenato il conflitto? La Russia. A chi devo chiedere dei segnali di distensione? A chi ha cominciato il conflitto”. Quanto ai possibili interlocutori in caso di viaggio in Russia, “non voglio entrare nel merito -ha aggiunto Salvini- di qualcosa che si sta costruendo e magari non sarà, qualcuno che comunque può avere voce in capitolo sicuramente”.