Sugar tax in Italia, cos’è e come funziona la tassa sulle bevande zuccherate

foto generica di bevande zuccherate
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L’implementazione della Sugar Tax, da anni al centro di vivaci discussioni, continua a dividere l’opinione pubblica italiana. Questa imposta sulle bevande zuccherate, pensata per contrastare l’obesità e altri problemi legati al consumo eccessivo di zuccheri, è uno dei provvedimenti più controversi degli ultimi tempi, tanto da portare Giorgia Meloni, leader del Governo, a rinviare ancora una volta la sua introduzione.

La tassa sulla ‘Coca Cola’?

Nota anche come Soda Tax o tassa sulle bibite zuccherate, la Sugar Tax mira a ridurre il consumo di bevande ad alto contenuto di zucchero. Tra i bersagli di questa misura troviamo comunemente le bevande gassate, gli sport drink e gli energy drink. Questi prodotti sono da tempo al centro di dibattiti in vari paesi. Da una parte, i produttori, come Coca-Cola, si oppongono fermamente all’idea di introdurre questa tassa, mentre dall’altra enti come le associazioni mediche e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne spingono l’adozione, considerandola un passo importante per scoraggiare regimi alimentari dannosi e per bilanciare il crescente impatto di malattie come l’obesità e il diabete sulle spese sanitarie pubbliche.

L’origine sulla sugar tax

Ma qual è l’origine della Sugar Tax? Nel 2018, la Società Italiana di Diabetologia, insieme ad altre organizzazioni del settore, ha inviato una lettera al Ministro della Salute, Giulia Grillo, proponendo l’introduzione in Italia di una tassa del 20% sulle bevande zuccherate, evidenziandone i benefici per la salute dei consumatori. Il dibattito sull’implementazione di questa tassa è giunto al governo nello stesso anno, durante la discussione della manovra finanziaria annuale, per poi essere riportato all’attenzione pubblica da Giuseppe Conte nel settembre del 2019.
In quell’occasione, il presidente del Consiglio ha definito l’idea di introdurre una tassa sulle bevande gassate “attuabile”, con l’obiettivo di finanziare la ricerca e la formazione. La legge di bilancio del 2019 ha ufficialmente varato il provvedimento, stabilendo un’imposta sul consumo di bevande analcoliche edulcorate, ma la sua entrata in vigore è stata posticipata più volte: prima al 1° gennaio 2022, poi al 1° gennaio 2024, e infine al 1° luglio dello stesso anno.

Forza Italia in campo

Nonostante i dibattiti degli ultimi anni, la Sugar Tax sta ora dividendo anche il governo Meloni. L’introduzione dell’imposta ha infatti scatenato polemiche e tensioni all’interno della maggioranza, con Forza Italia che si è opposta alla sua introduzione anticipata. Nonostante la riduzione dell’aliquota da dieci a cinque euro per ettolitro per i prodotti finiti e da 0,25 a 0,13 euro per chilo per i prodotti diluiti, le discussioni sono continuate.
Al centro del dibattito c’è l’efficacia reale della misura e il suo impatto sull’economia e sull’occupazione. Le previsioni sull’effetto dell’imposta sono discordanti: se il governo auspica una diminuzione del consumo di bevande zuccherate con conseguente miglioramento della salute pubblica, i produttori e alcune associazioni temono una diminuzione delle vendite, tagli agli investimenti e rischi per l’occupazione.

La discussione al Senato

Attualmente, al Senato, in commissione Finanze, si discute della Sugar Tax in occasione dell’esame del decreto Superbonus. La commissione sta votando sugli emendamenti, con l’introduzione della Sugar Tax dal prossimo luglio tra i punti all’ordine del giorno. Sulla retroattività della rateizzazione e sulla Sugar Tax, Forza Italia si è opposta, presentando subemendamenti per modificare le norme del governo.
La commissione, presieduta da Massimo Garavaglia (Lega), mira a concludere l’esame oggi, delegando al relatore Giorgio Salvitti (FdI) il compito di riferire in Aula, dove il provvedimento è atteso domani pomeriggio. Non è escluso, però, che la commissione possa prendersi più tempo, considerando che è già convocata anche per domani mattina.

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