“Suor Paola concima”: offese contro la religiosa tifosa della Lazio sul muro del Verano

Vergogna al Verano, il cimitero monumentale di Roma. E stavolta non per l’erba alta, le infiltrazioni d’acqua o le crepe nei muri. Questa volta la colpa non è del Comune, del sindaco o degli assessori, ma dei “soliti” incivili, teppisti che non trovano nulla di meglio da fare che sfogare le loro frustrazioni da repressi scrivendo frasi senza senso anche contro chi non c’è più e non può difendersi. E allora, fingendosi tifosi, come in occasione del derby che ha visto scontri, con feriti e devastazione tra Ponte Milvio e via Flaminia, ecco che ora spunta una scritta sul muro del cimitero, a offendere il ricordo di Suor Paola, la religiosa tifosissima della Lazio.
E mentre i veri supporter della Roma, dopo la sua scomparsa, l’hanno omaggiata in curva sud, ecco che qualche idiota ha voluto esprimere la sua non richiesta opinione, marchiandola con la vernice nera e siglandola con la firma della squadra. Che ovviamente prende le distanze.

Scia di odio
Una scia di odio che oltrepassa i confini dello stadio per sfociare nel profanare la memoria dei morti. E che non trova di certo spiegazioni nello sport, quello vero. perché Suor Paola, la religiosa simbolo del tifo biancoceleste, scomparsa lo scorso 1° aprile, era appunto rispettata dai tifosi veri. La scritta vergognosa — “Suor Paola concima” — è apparsa sulle mura del cimitero monumentale del Verano, firmata “AsR”, chiaro riferimento alla Roma calcio. Un gesto che ha il sapore amaro della provocazione, oltrepassando il confine tra rivalità e disumanità.
Non è la prima volta che i muri del Verano diventano bacheca di insulti raccapriccianti. Già in passato, lo stesso cimitero era stato teatro di oltraggi alla memoria di Vincenzo Paparelli, storico tifoso laziale, ucciso nel 1979 da un razzo lanciato dalla Curva Sud romanista durante un derby. “Morto un Papa…relli, se ne uccide un altro”: questa la frase choc apparsa il 28 ottobre 2012, esattamente 33 anni dopo quella tragica giornata.
Offese seriali, ferite mai chiuse
Anche nel 2023, il Verano è tornato a essere teatro di oscenità, con una scritta che recitava: “Se tirava Tzigano centro assicurato”, un chiaro riferimento all’ultrà giallorosso responsabile della morte di Paparelli. Più di recente, Gabriele Paparelli, figlio di Vincenzo, ha denunciato nuove offese dirette al padre, tra i muri di Roma e i social network. Un clima tossico che continua ad alimentare divisioni e violenza, ben lontano dallo spirito sportivo.