Tajani e Schlein ragionano di nulla: noi le armi da Israele le compriamo, non le vendiamo….

soldati israele

Buffo batti e ribatti tra il ministro degli Esteri e il segretario del Pd. “È dal 7 ottobre scorso che abbiamo deciso di non inviare più armi a Israele, quindi non c’è da discutere“. Così il vicepremier e ministro Antonio Tajani, arrivando al congresso provinciale e cittadino di Milano di Forza Italia in corso nel capoluogo lombardo, replica alle affermazioni della segretaria del Pd Elly Schlein che durante il seminario dei deputati del Pd a Gubbio ha chiesto di evitare l’invio di armi verso il Medioriente e a Israele per non rischiare che vengano usate per crimini di guerra. “Su questo punto -sottolinea Tajani- la decisione è stata presa, e lo abbiamo detto in Parlamento”. La Schlein dovrebbe invece chiedere conto dei soldi mandati ai palestinesi intercettati da Hamas.

Tajani sogna un’amministrazione temporanea gestita dall’Onu

“L’Italia ha interrotto dall’inizio della guerra di Gaza l’invio di qualsiasi tipo di armi a Israele. E’ tutto bloccato. Il periodo in cui sono state inviate più armi a Israele è stato durante il governo Conte. Ma da quando sono iniziate le ostilità abbiamo sospeso tutti gli invii di sistemi d’arma o materiale militare di qualsiasi tipo. E quindi Schlein parla di cose che non esistono. E’ pura propaganda. Al Partito democratico dovrebbero essere meglio informati”, spiega Tajani, in un’intervista al Qn in cui parla di Gaza affermando che “bisogna concludere la guerra e creare un’amministrazione temporanea sotto l’egida delle Nazioni Unite”, una missione che “dovrebbe essere guidata da un Paese arabo”.

L’Italia potrebbe coinvolgere i nostro soldati in una missione di pace

In questo quadro, ribadisce, “se ci verrà chiesto, pronti a coinvolgere i nostri militari in una missione di pace”. Dopo la guerra, “dobbiamo dare vita a uno Stato palestinese che riconosca Israele e che sia riconosciuto da Israele. Nella fase di transizione una delle ipotesi è avere una presenza di forze delle Nazioni Unite che garantiscano pace e stabilità”. “Lunedì mi incontrerò a Bruxelles con i ministri degli Esteri dell’Ue – risponde sul fronte del Mar Rosso -. Il governo unito nel difendere l’interesse nazionale e l’obiettivo unire i Paesi europei sulla nostra proposta di creare una nuova missione marittima europea” per “proteggere la libertà di navigazione essenziale per i nostri porti e il nostro export”. “Missioni di guerra nello Yemen non ce le ha chieste nessuno”, puntualizza.

Però né palestinesi né israeliani accettano i due Stati…

Peccato però che l’idea dello Stato palestinese e dello Stato di Israele non accettato da nessuno dei due: Israele vorrebbe amministrare Gaza e Hamas vorrebbe semplicemente che Israele non esistesse. La Schlein ieri al seminario di Gubbio ieri diceva che “dobbiamo porci la questione di evitare di alimentare questi conflitti, di evitare l’invio di armi e l’esportazione di armi verso i conflitti, verso il conflitto in Medio Oriente, in particolare in questo caso a Israele. Perché non si può rischiare che le armi vengano utilizzate per commettere quelli che si possano configurare come crimini di guerra”. Invece non una parola sui crimini di Hamas fatti con gli aiuti internazionali nel corso degli anni.