Tangenti a Fiumicino, indagato il sindaco Mario Baccini e due assessori

Fiumicino, il sindaco di Mario Baccini

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Un’inchiesta giudiziaria scuote dalle fondamenta il Comune di Fiumicino. Il sindaco Mario Baccini, sostenuto dalla coalizione di centrodestra, è stato iscritto nel registro degli indagati insieme a due assessori della sua giunta. La Procura di Civitavecchia, che coordina le indagini condotte dalla Guardia di Finanza, ha acceso i riflettori su una serie di appalti e finanziamenti pubblici che riguardano eventi e manifestazioni organizzate sul territorio. Le accuse ipotizzate sono pesanti: turbata libertà degli incanti e presunti meccanismi di spartizione illecita di fondi destinati alle iniziative culturali e alle celebrazioni cittadine.

Eventi sotto accusa: dalle spiagge alle piazze

Al centro dell’inchiesta vi sono manifestazioni estive di grande richiamo turistico e culturale. Le location coinvolte sono tra le più simboliche di Fiumicino e del suo litorale: Fregene, con i suoi celebri stabilimenti balneari; Passoscuro, meta balneare popolare; Torre Clementina, cuore pulsante della vita cittadina; e Aranova, centro in rapida espansione residenziale. Non mancano nemmeno le luminarie natalizie, che avrebbero dovuto rendere scintillante il borgo marinaro durante le festività, e che invece sono finite al centro delle contestazioni.

Il sindaco davanti ai magistrati

Mario Baccini sarà ascoltato in procura il prossimo lunedì. Sarà un passaggio cruciale per chiarire la sua posizione, dopo che il nome del primo cittadino è stato tirato in ballo direttamente da uno dei protagonisti dell’inchiesta. Il sindaco si presenterà accompagnato dal suo legale per rispondere punto per punto alle domande dei pm. Un appuntamento giudiziario che rischia di segnare in profondità il futuro politico della città, già scossa da settimane di tensioni e colpi di scena.

Gli assessori nel mirino

Insieme al sindaco, figurano tra gli indagati Federica Poggio, ex assessore alla cultura, e Raffaele Biselli, assessore al commercio. Entrambi sono stati sottoposti all’obbligo di firma. Le accuse riguardano l’assegnazione di incarichi e finanziamenti che, secondo gli inquirenti, avrebbero favorito una ristretta cerchia di imprenditori vicini alla politica locale. La Poggio, figura di peso nella maggioranza, si era già dimessa lo scorso giugno dopo l’esplosione della prima tranche dell’inchiesta, lasciando intravedere la portata di uno scandalo che andava ben oltre le semplici voci di corridoio.

Il super dirigente e le accuse esplosive

Il nome che ha fatto detonare la vicenda è quello di Massimo Guelfi, ex direttore artistico del Comune, oggi agli arresti domiciliari. Durante un interrogatorio e in successive intercettazioni, Guelfi avrebbe puntato il dito direttamente contro il sindaco e la sua giunta, attribuendo loro la regia degli affidamenti contestati. In particolare, al centro della bufera è finito l’appalto per le luminarie natalizie: oltre 170mila euro affidati direttamente a una società privata, seguiti da un ulteriore finanziamento di 70mila euro alla Pro Loco, che secondo gli investigatori sarebbe stato solo un passaggio fittizio prima della restituzione dei fondi al medesimo imprenditore.

Il peso delle intercettazioni

Le registrazioni agli atti dell’inchiesta aggiungono tinte fosche al quadro complessivo. In una conversazione riportata dagli inquirenti, Guelfi parla apertamente di denaro “accontentando la politica” e di ringraziamenti arrivati direttamente dal sindaco e dall’assessora Poggio. Frasi che, se confermate, rischiano di rappresentare una prova difficilmente scalfibile per la difesa degli indagati. Un contesto che rafforza l’idea di un sistema collaudato di gestione opaca degli appalti pubblici, ben lontano dalla semplice disattenzione amministrativa.

Lo scontro politico in consiglio

Mentre la magistratura va avanti, la politica non resta a guardare. L’opposizione, guidata dal Partito Democratico, ha chiesto con forza le dimissioni del sindaco e della sua giunta, denunciando un fallimento complessivo nella gestione del Comune. La maggioranza di centrodestra, al contrario, ha blindato Baccini, respingendo al mittente le richieste di abbandonare la carica e sottolineando come una parte dell’inchiesta riguardi anche periodi di governo precedenti, a guida centrosinistra. Un duello istituzionale che ha trasformato l’aula consiliare in un campo di battaglia politica.

Un futuro appeso a un filo

Il prossimo passaggio in procura sarà decisivo per le sorti del sindaco e della sua amministrazione. Le accuse di turbata libertà degli incanti e di presunta gestione clientelare degli appalti gettano ombre lunghissime sul governo di Fiumicino. Intanto la città, che vive di turismo, mare e cultura, resta sospesa tra la voglia di normalità e la paura di un commissariamento che potrebbe ridisegnare in profondità i suoi equilibri. La vicenda, ormai di rilevanza nazionale, segna una pagina oscura per una comunità che si ritrova improvvisamente al centro di una delle inchieste più delicate del Lazio.