Tari a Roma, dopo le “cartelle pazze” il Campidoglio prepara una nuova stretta: “Paghi anche chi non riceve l’avviso Ama”

Roma, sullo sfondo l'ufficio Tari Ama, in primo piano sindaco Gualtieri e assessore Alfonsi

Contenuti dell'articolo

Roma, nel pieno del caos post “cartelle Tari pazze”, il Campidoglio prepara un nuovo cambio di rotta. Parliamo di una nuova modifica al Regolamento TARI approvato sempre dalla Giunta Gualtieri nel 2023 (quindi a mala pena due anni fa) che verrà portata in Aula Giulio Cesare prima di Natale. Prima di tutto, con questo nuovo regolamento Tari il Campidoglio non si scusa per le cartelle pazze dell’Ama, né sta cercando di porre un freno ai problemi sollevati dai cittadini. In secondo luogo, l’entrata in vigore delle nuove regole Tari avrà luogo solo dal 1° gennaio 2026. Tradotto: mentre la città discute di migliaia, probabilmente decine di migliaia avvisi contestati, importi Tari considerati incongrui e richieste di chiarimenti, la risposta politica e amministrativa arriva in forma di riscrittura delle regole che prepara una stretta ancora maggiore, a carico dei cittadini.

Il Campidoglio: “Si paghi la Tari anche se l’avviso Ama non arriva”

La novità più pesante – e destinata a far discutere – riguarda un principio che, detto in modo brutale, suona così: dal 1° gennaio 2026 si pagherà anche se l’avviso Ama con la ‘bolletta’ della Tari non arriva al cittadino. Nel testo del nuovo regolamento viene ribadito che l’avviso di pagamento è “bonario”, cioè ‘solo’ un supporto informativo, e che l’obbligo di versare la TARI ad Ama nasce dalla legge e non dalla lettera che il cittadino riceve dall’Ama.

“Il contribuente – riporta il nuovo comma 8 dell’articolo 22, in corso di modifica da parte della Giunta Gualtieri – è tenuto ad effettuare il versamento entro i termini (…) per non incorrere nella sanzione prevista per l’omesso, tardivo o insufficiente versamento, indipendentemente dalla ricezione o meno dell’avviso di pagamento. È obbligo del contribuente prestare la necessaria diligenza e attivarsi in caso di mancato recapito dell’avviso di pagamento per poter effettuare il versamento entro le prescritte scadenze“.

Risultato: se l’avviso non viene recapitato (per disservizi, errori, cambi di indirizzo o canali digitali non consultati), il contribuente dovrà comunque rispettare le scadenze. E, anzi, “attivarsi” per recuperare il pagamento.

È una scelta che rischia di aprire una nuova frattura sul piano della fiducia. Proprio adesso, con il caos delle cartelle pazze Tari dell’Ama ancora in pieno corso di svolgimento. Perché il nodo politico non è solo quanto si paga. Ma come si arriva a chiedere quei soldi: con comunicazioni chiare, inviate per tempo, atti comprensibili, banche dati affidabili, riscontri oggettivi dell’importo richiesto. Non con un sistema che scarica sul cittadino la responsabilità di controllare se stesso, nel momento in cui il cittadino chiede al Comune di controllare meglio.

La Regione Lazio si rimangia la convocazione e salva la Giunta Gualtieri e Ama dalla figuraccia

Solo dopo, arriva lo ‘sfondo politico‘ che rende tutto più delicato: la Regione Lazio aveva tentato di alzare il livello del confronto convocando una Commissione per mettere attorno allo stesso tavolo Campidoglio e Ama. Chiamando in causa la giunta Gualtieri e i vertici aziendali per chiarimenti sul caos delle notifiche. Ma la seduta fissata per il 27 novembre è stata sconvocata e, soprattutto, senza una nuova data fissata. È un passaggio che pesa, perché quando salta un’audizione su una tassa che colpisce tutti, il problema non è il calendario. È il vuoto di risposte che si crea, da campidoglio e Pisana, proprio mentre la tensione sale nei quartieri, negli sportelli, nei CAF e nelle chat di condominio.

Il punto è politico prima ancora che tecnico: la Tari non è una tassa “qualsiasi”. È il termometro quotidiano del rapporto tra cittadini e macchina pubblica che evidentemente funziona male. E dopo mesi in cui tanti romani hanno raccontato di cartelle considerate “sballate”, la promessa implicita che si dovrebbe sentire dire è “mettiamo ordine”. La frase che arriva, invece, rischia di suonare diversa: “intanto paga, poi vediamo”.

Cosa significa, nella vita reale

Per una parte enorme di famiglie, un avviso da centinaia o migliaia di euro non è un fastidio. È ansia, tempo perso, fila, appuntamenti presi in fretta, risiko di documenti. In questo clima, spostare l’attenzione sul “devi controllare tu” non è neutrale: cambia la psicologia collettiva. E può spingere molti a pagare per paura anche quando qualcosa non torna, rinunciando a contestare o a chiedere spiegazioni per sfinimento.

Cosa fare se ti arriva una cartella sospetta (senza farti travolgere)

La prima regola resta semplice: non pagare d’impulso. Controlla intestatario, indirizzo, metri quadri, anni richiesti e confronta con ricevute e pagamenti precedenti. Se vedi incongruenze, usa i canali ufficiali per chiedere rettifica o riesame. E tieni sempre presente una cosa: quando il confronto istituzionale si interrompe, aumenta il rischio che la gestione ricada su sportelli e cittadini, caso per caso, senza una cornice chiara.

In coda: le altre novità (dal 2026) spiegate semplice

Cosa prevede, per il resto, il nuovo regolamento? Più rate: l’acconto TARI viene spezzato in quattro scadenze durante l’anno (con saldo e conguaglio successivo). Per il solo 2026, la prima rata slitta al 31 marzo. Rateizzazione “rafforzata”: possibilità di chiedere ulteriori rate in situazioni specifiche (ad esempio se l’importo schizza molto rispetto agli anni precedenti o per utenti in difficoltà), con una soglia minima per rata. Maglie più strette su sconti e compensazioni: in più punti viene rafforzata l’idea che alcuni benefici e compensazioni scattano pienamente solo per chi è “in regola” con il pregresso.

La partita, in fondo, resta sempre la stessa: fiducia. Se dopo il caos “cartelle pazze” la politica chiede ai romani di essere più diligenti, la domanda che rimbalza è inevitabile. Chi garantisce, con la stessa diligenza, che i dati, gli avvisi e le procedure siano finalmente affidabili? Per il momento, ancora nessuno.