Tari, pioggia di cartelle pazze a Roma, la Regione Lazio convoca Giunta Gualtieri e vertici Ama: “Servono chiarimenti”
Roma, domani giovedì 27 novembre alle ore 12 presso il Consiglio regionale del Lazio è in programma un’audizione in Commissione “Urbanistica, politiche abitative, rifiuti” dedicata alle contestate notifiche della tassa sui rifiuti (Tari) inviate da Ama ai cittadini romani. A rispondere alle domande dei consiglieri sono stati chiamati dalla Regione Lazio l’assessora capitolina Sabrina Alfonsi. Il presidente Ama Bruno Manzi. E il direttore generale Alessandro Filippi.
Perché si parla di “cartelle pazze”
Da settimane, associazioni dei consumatori e comitati di quartiere romani segnalano migliaia di avvisi Tari a Roma, recapitati anche a anziani e fragili, con importi ritenuti sproporzionati. Anni prescritti, immobili mai posseduti o posizioni già regolarizzate: le famigerate “cartelle pazze”. In alcuni casi le richieste arrivano a cittadini molto anziani o fragili, con difficoltà oggettive nel presentare ricorso.
Ama, in varie comunicazioni, riconduce parte del fenomeno a margini di errore “fisiologici”. Ma la mole di segnalazioni ha spinto la Regione e le opposizioni ad alzare il livello dell’attenzione.
Il caso politico: maggioranza e opposizioni sotto pressione
La convocazione della Commissione arriva mentre monta la rabbia dei contribuenti e le associazioni di Roma chiedono una sospensione degli atti contestati e procedure più snelle per la correzione. La richiesta, trasversale, resta una: fermare la macchina quando produce errori e mettere il cittadino nella condizione di capire, contestare e risolvere senza ostacoli.
In Commissione siedono esponenti di Fratelli d’Italia, Partito democratico, Forza Italia, Lega e M5S. Un quadro politico eterogeneo che potrebbe spingere Ama e Campidoglio a indicare tempi certi e un percorso di rettifica chiaro già nelle ore successive all’audizione.
Che cosa la Regione chiederà ad Ama e al Campidoglio
Al centro dell’audizione ci saranno tre nodi . Quanto sono estesi gli errori, se scatterà una sospensione automatica delle cartelle controverse e come verranno semplificate le procedure di ricorso per i cittadini. I consiglieri chiederanno numeri aggiornati sugli avvisi emessi, su quelli già rettificati e su quelli che potrebbero essere annullati. Insieme a una ricostruzione delle cause che hanno generato l’ondata di notifiche anomale.
I numeri dell’emergenza Tari (e perché ti riguarda anche se non hai ricevuto nulla)
Le prime ricostruzioni parlano di un invio massivo di avvisi di accertamento, con un’area potenzialmente ampia di posizioni coinvolte tra verifiche, richieste di integrazione e conguagli. Anche chi non ha ancora ricevuto nulla potrebbe rientrare nei controlli. L’operazione di “pulizia” delle banche dati, infatti, riguarda sia utenze domestiche sia non domestiche, con incroci su metrature, intestazioni e dichiarazioni pregresse.
Cosa fare se ti arriva una cartella sospetta
Regola d’oro: niente pagamenti d’istinto. Prima di tutto conviene verificare intestatario, indirizzo, metratura, anni richiesti e confrontare l’importo con i pagamenti già effettuati, recuperando bollettini, F24 e ricevute elettroniche.
Se emergono incongruenze, si può predisporre un’istanza di autotutela ad Ama (meglio via PEC o raccomandata A/R), chiedendo la sospensione in attesa di verifica. Se non arriva risposta o se l’esito è negativo, resta la possibilità del ricorso formale secondo i termini indicati nell’atto ricevuto.
Perché l’audizione è importante per tutti i contribuenti romani
La seduta della X Commissione rischia di diventare un passaggio decisivo per definire una linea univoca su sospensioni, ricalcoli e comunicazione ai cittadini. Un indirizzo politico chiaro potrebbe portare Ama a rivedere gli avvisi più critici, potenziare sportelli fisici e online e pubblicare istruzioni semplici e comprensibili su come difendersi da errori e duplicazioni.
In gioco non c’è solo il rapporto tra Comune e Regione, ma la fiducia di centinaia di migliaia di romani nel modo in cui viene gestita la Tari.