Taxi contro comune, esplode lo scandalo mascherine colabrodo (video)

I tassisti romani sono ancora arrabbiati con la sindaca Raggi e con il comune. Stavolta la pietra dello scandalo sarebbero le nuove mascherine fornite dal Campidoglio. Quei pochi centimetri di stoffa che si mettono davanti alla faccia, per coprire bocca e naso. E che ci possono aiutare tanto per limitare il rischio contagio. A tutela di noi stessi, e per non infettare le altre persone. Particolarmente utili per chi continua a lavorare a diretto contatto con il pubblico, come appunto i tassisti. Che hanno chiesto a gran voce di essere dotati di tutti i dispositivi di protezione individuale necessari. Visto che anche loro svolgono un servizio pubblico essenziale. Finalmente il comune di Roma sembra avere provveduto, e le prime mascherine per la categoria sono arrivate. Distribuite alle centrali radio taxi, alle cooperative e ai tassisti artigiani. Ma oltre al fatto che le maschere sarebbero ancora troppo poche, sono subito sorti dei dubbi sulla loro effettiva idoneità. Ovviamente devono essere di un tipo omologato, ma saranno veramente in grado di svolgere bene la loro funzione? E gli stessi tassisti hanno voluto mettere alla prova le mascherine fornite dal Campidoglio. Con risultati a dir poco sorprendenti. Perché nel test più che protezioni sembrano essere un colabrodo

Taxi, basta elemosina vogliamo guanti e mascherine

 

I tassisti romani non si fidano delle mascherine del comune. E il test lascia di stucco

Sarebbero finalmente arrivate le mascherine tanto richieste al comune dai tassisti romani. Una parte di quelle dotazioni di protezione individuale indispensabili per continuare a lavorare in sicurezza. Considerando che i taxi svolgono per legge un servizio pubblico non di linea. E che quindi sono impegnati in un’attività essenziale per garantire la mobilita anche in questi momenti difficili. In realtà la categoria aveva chiesto anche gel igienizzante e guanti monouso, per la propria tutela e per la salvaguardia dei clienti. E aiuti concreti perché senza clienti o quasi gli operatori sono sul lastrico. Ora sono arrivate le maschere facciali ed eè già meglio di niente. Ma evidentemente sulle mascherine pesa una sorta di maledizione, visto quanto sta avvenendo anche alla Regione Lazio.  Con feroci accuse politiche e le protezioni che arrivano con il contagocce. In questo caso invece i conducenti dei taxi sono stati assaliti da un dubbio. Che detto alla romana suona più o meno cosi. Ma saranno bone o se tratta de una sola? Detto fatto qualcuno si è organizzato per un test artigianale ma suggestivo. Prima sono state indossate le mascherine più performanti, quelle FFP1 e FFP2, ovviamente diverse da quanto fornito dall’amministrazione. Il tassista che ha girato il video ha acceso un accendino e a mascherina indossata ha provato a spegnere la fiammella. Niente da fare, l’aria non passava. Poi l’uomo è passato ad indossare il modello del comune. Carino per carità, apparentemente ben fatto. Ma appena si è simulato un colpo di tosse, l’accendino si è spento. Come se si trattasse di una stoffa groviera. O di un colabrodo. Noi non siamo dei tecnici, e magari la protezione funziona anche cosi. Ma se ora qualche tassista avanza dei dubbi o chiede spiegazioni, ci sembra che da parte della Raggi e del comune i chiarimenti siano quanto meno dovuti.

Roma, Lazio, comune, regione 🤮

Pubblicato da Giosué Pennestri su Domenica 19 aprile 2020