Taxi in rivolta, arriva Uber per lo Spallanzani

I tassisti romani sono in rivolta. Da due settimane hanno messo in campo un servizio dedicato espressamente ai medici e agli operatori sanitari dello Spallanzani. Trasporto gratuito su 50 auto bianche che hanno aderito all’iniziativa di solidarietà. Per rendere un po’ più agevole il lavoro a chi ogni giorno mette in gioco la propria vita. Per salvare le nostre. Hanno aderito all’iniziativa diverse cooperative di radio taxi, con tanto di locandina esposta sulla vettura. Si provvedeva anche alla sanificazione delle macchine prima e dopo ogni corsa. La notizia ha fatto presto il giro dei media, e i ringraziamenti sono arrivati da ogni parte. È stata chiesta anche una menzione particolare al Capo dello Stato. Per l’alto senso civico dimostrato dai tassisti della capitale. Che stanno facendo la fame e non lavorano. Ma non hanno rinunciato ad essere solidali. Ora però arriva Uber, cioè una multinazionale. Che offre lo stesso servizio. Ma allora il motto prima l’Italia dove sta? Neanche nell’emergenza riusciamo a difendere i nostri lavoratori. E giustamente i tassisti sono indignati.

Giorgia Meloni ringrazia i tassisti romani. Mattarella quando lo fa?

 

Arriva Uber per lo Spallanzani e i tassisti sono in rivolta 

I tassisti sono in rivolta. Arrabbiati e delusi. Abbiamo fatto il massimo, mettendo l’interesse collettivo davanti al nostro guadagno. Eppure siamo padri di famiglia anche noi. I taxi non lavorano più e abbiamo dovuto chiedere la riduzione dei turni. Per evitare di stare ore fermi al parcheggio sulle nostre vetture. Siamo in ginocchio, ma nonostante tutto ci siamo resi disponibili. E ci siamo inventati i taxi gratis per medici e infermieri da e per lo Spallanzani. Un gesto fatto con il cuore, per chi ogni giorno lavora allo stremo delle forze. E salva vite umane. Per rendere più facile almeno lo spostamento da casa al lavoro, anche la mattina pesto o la notte tardi. Ora però apprendiamo che arriva Uber anche allo Spallanzani. È un colpo che non ci aspettavamo. Questo dichiara D.L., presidente di una nota cooperativa di radio taxi romana.

Prima tuteliamo il lavoro italiano. Specialmente ora

La richiesta che arriva dai tassisti è di tutelare prima il lavoro e le famiglie italiane. Specie in un momento di terribile difficoltà come questo. Uber è una grande multinazionale aggiungiamo noi. E se vuol fare solidarietà attiva in questo momento va bene. Ma non togliendo lavoro a chi già non ce l’ha. Prima o poi questa pestilenza passerà. E allora chi darà da mangiare a chi non ha più clienti ne’ lavoro? Si possono fare tante cose per essere utili. Donare mascherine, kit sanitari per anziani soli e in difficoltà. Raccogliere fondi. Forse la cosa meno utile per Uber è fare concorrenza ai taxi in un momento  come questo. Poi è chiaro che la cosa più importante è che medici e infermieri possano tornare a  casa velocemente quando hanno finito il lavoro. Anche nel fine settimana e di notte. Ma non avere i soldi per fare la spesa è terribile quasi quanto la malattia. Per questo senza polemica diciamo fate lavorare chi ha davvero bisogno. I tassisti romani e le loro famiglie sapranno dire grazie.

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