Telefonata fake: Talò si è dimesso, ma a Palazzo Chigi rischiano di saltare altre teste

“C’è stata superficialià”, “una leggerezza che ha esposto l’Italia”. A due giorni dalla diffusione dell’audio della telefonata fake del duo comico russo, dopo 48 ore di silenziosi imbarazzi da una parte e polemiche dell’opposizione dall’altra, Giorgia Meloni dice la sua su quanto avvenuto il 18 settembre scorso e annuncia le dimissioni del capo dell’ufficio diplomatico, Francesco Talò. La vicenda della chiacchierata con il falso leader africano “non è stata gestita bene” e “ne siamo tutti dispiaciuti”, ammette la premier.
“Quello che posso dire, è che, se una telefonata viene passata dall’ufficio diplomatico di Palazzo Chigi, tendenzialmente la devo dare per buona – si difende – ma la conversazione conferma la coerenza del governo rispetto alle politiche internazionali”.

Una superficialità che si è tradotta nel passo indietro di Talò mentre è già toto-nomi per la sua successione: in ascesa per il ruolo scoperto Fabrizio Bucci, che sta per terminare il suo mandato a Tirana. Tuttavia, secondo fonti interne all’ufficio diplomatico dove si è registrato l’erroraccio, alle dimissioni di Talò ora potrebbe seguirne altre: quelle di Lucia Pasqualini, la diplomatica che si occupa delle relazioni con l’Africa che avrebbe dovuto ‘vigilare’ sulla telefonata con il sedicente presidente della commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki.
Per Meloni, raccontano fonti vicine alla premier, il caso è comunque chiuso: “Talò si è dimesso, per noi finisce qui”, viene assicurato. Ma non la pensano così al terzo piano di Palazzo Chigi, nell’ufficio investito dalla telefonata burla dove, al momento, non si escludono nuovi colpi di scena. E dove forte è la convinzione che dietro l’errore ci sia stato anche un problema di comunicazione con la segreteria particolare della premier.