“Telefono Rosa” festeggia il suo 35° compleanno: cerimonia domani al Palazzo del Grillo

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Sono già 1.330 le telefonate arrivate all’Associazione Telefono Rosa dall’inizio dell’anno e fino al 15 aprile scorso; 452 quelle relative ai casi di violenza. Le donne seguite dalle psicologhe sono finora 203, mentre quelle seguite dalle avvocate (civiliste e penaliste) del Telefono Rosa sono 180. Questi i dati dell’Associazione nata nel 1988 che quest’anno spegne 35 candeline e lo farà in occasione dell’annuale Gala in cui verranno nominati gli ambasciatori e le ambasciatrici 2023. La cerimonia si terrà domani alle ore 17.30 presso palazzo del Grillo, Acismom, in via del Grillo 1. L’anno scorso le telefonate ricevute da Telefono Rosa sono state 3.990, le chiamate relative ai casi di violenza 1.465; le donne seguite dalle psicologhe 610, quelle seguite dalle avvocate (civiliste e penaliste) dell’Associazione 658.

Oggi gestisce cinque centri antiviolenza e quattro case-rifugio

L’obiettivo del Telefono Rosa in 35 anni non è mai cambiato: sostenere le donne e i minori vittime di violenza e combattere per i diritti di tutte. Oggi l’Associazione è cresciuta e si è strutturata, diventando una rete attiva da nord a sud. È costituita da 60 volontarie (29 sono professioniste: avvocate e psicologhe) 32 dipendenti e da un numero considerevole di collaboratori e collaboratrici che ne sostengono ogni giorno il lavoro e l’impegno. Attualmente, nel territorio di Roma e provincia, gestisce cinque centri antiviolenza, due case rifugio e due case di semiautonomia. Tutti i servizi offrono alle donne ascolto, accoglienza, protezione e consulenze legali e psicologiche del tutto gratuite.

Fu Maurizio Costanzo tra i primi a credere in loro

L’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa nasce a Roma nel 1988, quando tre donne, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, Giuliana Dal Pozzo e Emma Capocasa, decidono di combattere e portare allo scoperto il fenomeno della violenza sommersa nascosta tra le mura domestiche. L’Associazione, che doveva essere un esperimento a termine per dar voce alle donne, grazie alle fondatrici e alle volontarie è diventato nel tempo un indispensabile strumento di difesa e denuncia per le donne e i minori. Maurizio Costanzo è stato tra i primi giornalisti ad intuire il valore sociale della missione, raccontandone l’importanza. Sono stati anni di lotte, di successi e di sconfitte, di leggi e diritti conquistati. All’epoca si parlava poco e male della violenza di genere e il Telefono Rosa ha trovato all’inizio molta resistenza.

“All’inizio incontrammo molta resistenza”

“Eravamo considerate delle pazze femministe – racconta Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa dal 1993 -. E nessuno credeva all’importanza e alla necessità di un’Associazione come la nostra. Abbiamo però risposto a una mancanza sociale e soprattutto ci siamo messe al fianco delle donne spesso considerate delle bugiarde. I panni sporchi all’epoca si lavavano in casa, quella stessa casa dove le donne venivano picchiate e abusate”. L’impegno di Moscatelli a sostegno delle donne parte dall’infanzia (ha perso il padre da piccola crescendo con la madre e la sorella più grande). Insieme a tante altre donne ha partecipato e promosso importanti cambiamenti sociali, dalla legge sul divorzio alla 194, solo per citarne alcune.

Telefono Rosa appoggiò la legge contro la violenza sessuale

Non solo violenza all’interno delle mura domestiche, di pari passo lo sforzo di Moscatelli è stato quello di capire la posizione economica della donna e del mondo del lavoro. Il Telefono Rosa ha creato una rete solida con le poche donne che erano all’interno delle Istituzioni: da Nilde Iotti a Giglia Tedesco, da Elena Marinucci a Rosa Russo Jervolino. Insieme a loro il Telefono Rosa è riuscito a far approvare la legge contro la violenza sessuale. “Sono orgogliosa ed emozionata per questo traguardo raggiunto. Dico spesso che vorrei chiudere il Telefono Rosa, ma solo perché desidero sconfiggere una volta per tutte la violenza di genere – sottolinea Maria Gabriella Carnieri Moscatelli -.

Soddisfatte di quello che facciamo

In realtà il Telefono Rosa è un faro per tante donne, da quando abbiamo aperto siamo andate avanti con lo stesso impegno. Insieme a me ci sono 60 volontarie che si sono messe a disposizione di donne e minori. La sera, anche quando sono stanca dopo una giornata intensa di lavoro, sono soddisfatta di quello che facciamo. Salvare anche solo una donna ci spinge a migliorarci e a non mollare mai. Il nostro è un lavoro difficile, a volte è dura contenere tutto il dolore che ci viene raccontato. Ma Il Telefono Rosa è forte e questa forza ci spinge a combattere per tutte. Se da una parte mi auguro di chiudere, dall’altra auguro alla nostra Associazione di crescere sempre di più”.