Terroristi salvi, il dolore dei parenti delle vittime: “Allora l’Europa non esiste…”

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“L’Europa non esiste. Questa ne è la dimostrazione, perché quando un Paese si rifiuta di estradare delle persone che sono state giudicate da un altro Paese della stessa Unione europea e non li rimanda qui a scontare la pena, vuol dire che non siamo un territorio unificato veramente. E’ una presa in giro: quando fa comodo siamo Europa, diversamente no”. Lorenzo Conti, figlio del sindaco di Firenze Lando ucciso dalle Br, commenta così all’Adnkronos il no all’estradizione dei dieci terroristi in Italia deciso dalla Corte di Cassazione francese. “Mi fa una grande pena vedere persone che hanno ammazzato e non scontano la pena perché sono scappate – continua – A mio padre oggi direi che mi vergogno di essere italiano.

Il figlio di Lando Conti: mi vergogno di essere italiano

Lui fu il terzo, quarto uomo politico a essere ucciso dalle Brigate Rosse e ancora oggi non è stato insignito della Medaglia d’oro, è un fatto gravissimo, lui stava andando al consiglio comunale. Ho dentro un senso di vomito, di rigetto nei confronti delle Istituzioni tutte. Mi vergogno. Nel 2023 ancora ci sono le commissioni d’inchiesta sulla strage di piazza della Loggia, sul delitto Moro: la verità si sa, basta darla ai giornalisti mentre ancora non sono divulgabili i documenti, nonostante non ci sia più formalmente il segreto di Stato. Unica cosa mi auguro faccia il suo corso la giustizia divina, a quel punto non avranno scampo”.

E se l’assassino del Bataclan fosse venuto per 40 anni in Italia?

“E’ una vergogna, come si fa dopo tanto tempo a gettare un colpo di spugna su una vicenda che ha riguardato tante persone uccise e ferite gravemente? Ricordo una frase del Ministro della Giustizia francese della passata legislatura che, rivolgendosi ai francesi, chiese cosa avrebbero detto se un terrorista del Bataclan se ne fosse stato tranquillamente in Italia per 40 anni”. Roberto Della Rocca, presidente Aiviter (associazione vittime del terrorismo), commenta il no francese all’estradizione dei 10 ex terroristi rossi italiani. “Non ce lo aspettavamo – continua – forse sì guardando quello che è successo negli ultimi mesi, supponendo che ci potesse essere anche una influenza politica. Mi rifiuto però di prendere in considerazione una eventuale incidenza sulla vicenda dei rapporti Italia-Francia. Spero proprio non sia stato così”.

Torregiani: colpa anche nostra, ci abbiamo messo troppo tempo

“Era prevedibile. Hanno difficoltà ad accettare, ad ammettere che era necessario compiere questo tipo di passo, anche per sistemare altre beghe. Ma immaginavo, pur non concordando, che non avrebbero concesso l’estradizione”. Così Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi, l’orefice ucciso nel 1979 dai terroristi dei Pac. “D’altronde l’errore è un po’ nostro – osserva Torregiani -, perché ormai, dopo tutti questi anni, diventa difficile ottenere risultati anche mettendoci sempre tanta energia, tanta buona volontà”. Quanto a una nuova possibile mossa del governo italiano, Torregiani afferma: “Credo che ormai non si possa più fare nulla, suppongo che qualunque mossa sarebbe vana. Per Torreggiani, “E’ una questione politica quando fa comodo – sottolinea -, è una questione giudiziaria quando invece si vogliono evitare delle beghe”.

Iosa: strumentalizzazione politica per tutelare chi vive là da decenni

“Non avevo molta fiducia sull’esito di questa decisione da parte della Cassazione francese. In Francia c’è stata una politicizzazione, una strumentalizzazione politica per tutelare chi ormai vive là da decenni”. Così all’Adnkronos Cristian Iosa, figlio di Antonio Iosa, ex esponente della Dc gambizzato dalle Brigate Rosse a Milano il primo aprile 1980. “Non è assolutamente giustificabile – sottolinea Iosa -, perché se queste persone avessero voluto difendersi in Italia avrebbero benissimo avuto tutta la possibilità di farlo. La nostra legislazione permette agli ex brigatisti di difendersi in qualsiasi modo, tanto che chi era in Italia lo ha fatto, e alcuni sono stati giudicati persino innocenti, uscendo puliti da alcuni processi, mentre altri sono stati giudicati colpevoli e condannati.

I terroristi si sono rifatti una vita senza espiare alcuna pena

La loro scelta, dunque, è puramente egoistica, una scelta da parte di vigliacchi che hanno deciso semplicemente di scappare per non affrontare il giudizio in Italia”. Per il figlio dell’ex esponente Dc gambizzato dalle Br, queste parole rappresentano “una beffa nei confronti dei familiari delle vittime del terrorismo. Perché di fronte alle morti che queste persone hanno causato distruggendo delle famiglie intere, basti pensare ai tanti bambini che sono cresciuti senza papà, loro hanno potuto rifarsi una vita senza espiare nessuna pena. Un’offesa nei confronti delle vittime del terrorismo. L’ennesima presa in giro”. “Anche a distanza di 40 anni – conclude Iosa – permane la dottrina Mitterand”.

I francesi continuano a offenderci come se non fossimo uno Stato di diritto

“Non ci sono parole per definire il governo francese. Continuano ad offenderci come se noi non fossimo uno stato di diritto ma dei selvaggi. Se dessimo protezione a uno solo di questi rivoluzionari che sta mettendo a fuoco il loro Paese in questo momento, ci scaglierebbero contro tutta l’Europa”. Così all’AdnKronos Potito Perruggini Ciotta, presidente dell’Osservatorio “Anni di piombo per la Verità storica” e nipote del Brigadiere Giuseppe Ciotta, ucciso da Prima Linea il 12 marzo 1977 a Torino, commenta il no della Corte di Cassazione francese all’estradizione dei 10 ex terroristi rossi italiani.