Tim, lavoratori in protesta e presidio Cobas al Ministero

 I lavoratori e le lavoratrici TIM hanno manifestato contro la minaccia di “spezzatino”. Con il timore che le novità possano essere annunciate già nel Consiglio di Amministrazione del prossimo 2 Marzo. Dopo lo sciopero per una intera giornata dello scorso 23 Febbraio è stata la volta dei COBAS e dei sindacati autonomi USB e SNATER LAZIO. Che si sono dati appuntamento sotto la sede di Cassa Depositi e Prestiti di Roma. Per gridare forte le ragioni dei lavoratori.

Tanti i lavoratori TIM in protesta davanti al Ministero

Durante l’iniziativa, alla quale ha partecipato un centinaio di persone, i Cobas e i sindacati di base hanno chiesto con forza l’aumento di capitale da parte di CDP in TIM. “Oggi la Cassa depositi e Prestiti detiene circa il 10 % del capitale azionario Tim. E un suo aumento, insieme all’uso da parte del Governo della GOLDEN POWER, permetterebbe di stabilizzare la situazione. Allontanando il pericolo di spezzatino e le evidenti ricadute occupazionali”. Secondo Alessandro Pullara dei COBAS TIM la minaccia di spezzatino è reale. E rischia di creare una situazione simile a quella determinatasi in Alitalia. Con le conseguenti ricadute negative sia in tempini occupazionali, sia depotenziando una Azienda strategica per il Paese.
“La separazione della Azienda e la creazione di una o più società non ha nulla a che vedere con il cosiddetto riassetto della rete”, continuano i COBAS. “Piuttosto l’obiettivo dell’attuale dirigenza aziendale sembra essere  quello di dividere la TIM in due o più aziende. Per renderle più agili e affrontare le sfide di mercato, con un occhio alla gestione dei Fondi del PNRR previsti  per la riduzione del GAP tecnologico”. Ma ovviamente a pagare il costo maggiore, potrebbero essere proprio i lavoratori.

La mobilitazione dei lavoratori

La mobilitazione è appena agli inizi. E la prossima settimana affronterà il nodo cruciale del CDA convocato per commentare i dati di bilancio del 2021 e annunciare il nuovo piano industriale.
“Anche sul tema del debito va fatta chiarezza” prosegue Pullara dei Cobas. “Tim è una azienda che pur riducendo i ricavi è anche capace di abbattere il debito progressivamente e ogni anno”.
La preoccupazione delle organizzazioni sindacali che oggi manifestano sono anche legate alla posizione giudicata “timida” da parte del Governo che al momento è rimasta alla finestra dopo le minacce di OPA da parte del fondo americano KKR.
“l’uso della Golden Power da parte del Governo permetterebbe la fine delle speculazioni finanziarie su una azienda strategica una volta per tutte, e l’aumento della quota CDP garantirebbe l’avvio di un processo di ripubblicizzazione a tutela dell’occupazione e del salto tecnologico necessario al Paese”.