Tivoli, stop a 16mila metri quadri di ville vista Villa Adriana: il Tribunale ferma il costruttore

Una sentenza mette il freno alle mire edificatorie nell’area di Villa Adriana, località I Galli, a Tivoli. Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha respinto il ricorso di una società edile privata che puntava a costruire nuovi villini in località “I Galli”, a circa 700 metri in linea d’aria dal celebre sito archeologico patrimonio dell’UNESCO.
Il terreno interessato, di oltre 16 mila metri quadrati di estensione, ricade formalmente in zona urbanistica residenziale, ma è anche inserito in un ambito paesaggistico vincolato. Il piano regolatore generale prevedeva in teoria la possibilità di edificare villini mono o plurifamiliari, ma l’approvazione del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) nel 2021 (Giunta Zingaretti bis) ha cambiato lo scenario.

Tivoli, un vincolo ferma 16mila metri quadri di ville vista villa Adriana
Secondo il PTPR della Regione Lazio, l’area è classificata come “Paesaggio naturale agrario”, una categoria che impone vincoli severi per salvaguardare i caratteri tradizionali e naturali del territorio.
Il piano, aggiornato nel 2021, individua la zona anche come bene paesaggistico d’insieme, sia per il valore estetico che per l’interesse archeologico. L’obiettivo, stabilisce il piano, è impedire ulteriori trasformazioni edilizie che possano compromettere l’inquadramento visivo e ambientale di Villa Adriana. Nonostante l’avanzato grado di urbanizzazione nelle immediate vicinanze, il Tribunale ha riconosciuto la validità della scelta della Regione di conservare le ultime porzioni libere del territorio.
Il no del giudice
Il Tar ha respinto tutte le censure mosse dal ricorrente. Non solo ha ritenuto legittima la classificazione dell’area come paesaggio agrario, ma ha anche sottolineato che la tutela del contesto ambientale è una scelta discrezionale, fondata su valutazioni tecniche non sindacabili salvo evidenti errori.
Nessuna disparità di trattamento è stata riscontrata rispetto ad aree vicine già edificate: la Regione ha semplicemente deciso di interrompere l’espansione edilizia, per evitare ulteriori compromissioni ambientali. Il giudice ha inoltre evidenziato che i vincoli paesaggistici possono sussistere anche in aree parzialmente urbanizzate, specialmente quando si trovano in prossimità di beni culturali di eccezionale valore.
Tivoli, l’interesse pubblico prevale sulle ville vista Villa Adriana
Nelle motivazioni, il Tribunale ha richiamato il principio secondo cui la pianificazione paesaggistica deve tutelare non solo i beni già vincolati, ma anche il contesto ambientale che li circonda. Il complesso di Villa Adriana, sottoposto a vincolo paesaggistico e archeologico, impone una salvaguardia del territorio circostante per evitare che nuove costruzioni alterino la percezione visiva e storica del sito.
La conservazione dei “paesaggi di contesto” è quindi ritenuta parte integrante della protezione del bene culturale. Non si tratta solo di tutelare la pietra antica, ma anche la cornice in cui essa è inserita.
Niente indennizzi per il costruttore di Tivoli
Infine, il Tribunale ha rigettato anche il tentativo di mettere in discussione la norma nazionale che esclude indennizzi per i vincoli paesaggistici. La mancata edificabilità, ha ribadito il giudice, non equivale a esproprio, e la normativa vigente è pienamente compatibile con i principi costituzionali e con le convenzioni internazionali.
Il diritto di proprietà, in questi casi, incontra un limite chiaro: l’interesse collettivo alla tutela del paesaggio e del patrimonio culturale. Un principio che, nel caso di Villa Adriana, ha avuto ancora una volta la meglio.
